COPIA DI Mornico, carabiniere indagato
La Procura: è un atto dovuto

E' indagato, per «omicidio colposo ed eccesso colposo nell'adempimento di un dovere», ma è un atto dovuto da parte della procura in attesa di far chiarezza sull'accaduto, il carabiniere che sabato sera ha sparato e ucciso un uomo a Mornico al Serio. Nell'auto c'erano 49 dosi di cocaina: forse per questo, alla vista dei carabinieri, il conducente ha innestato la retromarcia nel tentativo di scappare. Ha speronato l'auto civetta di pattuglia, poi nel tentativo di fuggire a piedi avrebbe cercato di strappare la pistola dalle mani di uno dei due militari. Nelle concitate fasi di quel corpo a corpo sarebbe partito accidentalmente il colpo di pistola che ha raggiunto e ucciso non l'immigrato coinvolto nella colluttazione, ma il passeggero che trasportava sull'auto.

È questa la prima ricostruzione - fornita dagli stessi carabinieri - del tragico episodio nel quale sabato sera a Mornico al Serio è morto un giovane nordafricano dall'apparente età di 20-25 anni che domenica non era stato ancora identificato perché clandestino. L'immigrato è stato raggiunto nella parte alta del torace da un proiettile esploso dalla pistola d'ordinanza di un carabiniere del nucleo operativo della compagnia di Bergamo, impegnato con un collega in un servizio antidroga in borghese e con auto civile.

Il militare nella concitata operazione è rimasto leggermente ferito a un ginocchio, mentre il conducente dell'auto è scappato a piedi. Ma sarebbe già stato identificato: si tratterebbe, a quanto si è potuto apprendere, di un magrebino che l'anno scorso era stato arrestato con 100 grammi di cocaina a Palazzolo Sull'Oglio (Brescia) e che era ricercato dalle forze dell'ordine proprio per scontare un residuo di pena legato a quell'episodio. Per tutta la giornata di domenica i carabinieri del comando provinciale di Bergamo, coordinati dal pm Maria Mocciaro, hanno portato avanti le indagini per ricostruire la vicenda nei minimi dettagli e rintracciare il fuggitivo.

Ecco come sono state ricostruite fino ad ora (le indagini probabilmente forniranno un quadro più preciso) le tappe del drammatico episodio. Tutto succede poco dopo le 21 di sabato sera in via Verdi a Mornico. Due militari del Nucleo operativo di Bergamo stanno sorvegliando la zona a bordo di una Fiat Punto per verificare alcune segnalazioni relative ad una presunta attività di spaccio. Durante l'anno, in particolare nelle sere del fine settimana, l'Arma compie decine di controlli come questo, impiegando in molte occasioni militari in borghese.

La pattuglia vede una Peugeot 206 aggirarsi in modo sospetto con due persone a bordo e fermarsi in un posteggio in via Verdi. Più che un inseguimento avviene un pedinamento, al termine del quale l'auto civetta dei carabinieri si ferma alle spalle della vettura per «chiudere» l'unica via di fuga, visto che davanti alla Peugeot un marciapiede e una recinzione impediscono di scappare in quella direzione. I militari scendono dall'auto di servizio e si qualificano, ma secondo la ricostruzione il conducente della Peugeot ingrana la retro e si scaglia almeno una volta contro l'auto dei carabinieri, danneggiandone la fiancata destra. Poi si muove in avanti, sterzando e cercando di salire sul marciapiede per avere lo spazio sufficiente per girare l'auto e scappare, ma lo pneumatico anteriore destro si buca nell'urto.

Accade tutto in pochi, concitatissimi istanti. Un militare estrae la pistola e intima l'alt, ma il conducente apre la portiera e cerca di fuggire a piedi: secondo le ricostruzioni, nasce una breve colluttazione tra il carabiniere, che cade ferendosi leggermente al ginocchio, e l'immigrato che cercherebbe anche di prendergli la pistola. Dalla «Beretta» del carabiniere parte improvvisamente un colpo che raggiunge l'altro immigrato, il quale in quel momento sta per scendere dal lato passeggero dell'auto. Il proiettile lo raggiunge al torace dal lato sinistro, poi esce dal lato destro del busto, buca il sedile e si conficca nella portiera posteriore destra, scalfendo la carrozzeria: il nordafricano ha appena il tempo di aprire la portiera e di uscire, poi si accascia a terra, mentre l'altro nordafricano scappa a piedi.

I due carabinieri chiamano subito il 118 e avvisano i colleghi di quanto accaduto. Nel giro di pochi minuti sul posto arrivano i mezzi di soccorso e diverse pattuglie dell'Arma: il personale sanitario per alcuni minuti cerca di rianimare il ferito, ma ogni tentativo si rivela vano. Viene informato il magistrato di turno, il pm Maria Mocciaro, che arriva sul posto per condurre un sopralluogo con gli ufficiali dell'Arma e avviare gli accertamenti. Nella macchina vengono trovate 49 dosi di cocaina, per un totale di circa 30 grammi: 40 dosi sono vicino al sedile passeggero, altre nove nel vano porta oggetti sul lato del conducente.

Nella macchina ci sono anche i cellulari dei due stranieri, che vengono sequestrati insieme alla droga e all'auto. La vettura non risulta rubata: dagli accertamenti la targa è intestata a un trentaquattrenne di Terno d'Isola, con cui lo straniero fuggito avrebbe avuto rapporti di lavoro. Dopo i rilievi la salma del nordafricano viene portata al cimitero di Bergamo, dove nelle prossime ore dovrebbe essere effettuata l'autopsia su disposizione del magistrato, che probabilmente nel corso delle indagini disporrà anche una perizia balistica. La pistola da cui è partito il colpo viene sequestrata per i rilievi del caso e i due militari vengono ascoltati dal pm. Il carabiniere che ha esploso accidentalmente il colpo, in particolare, sentito alla presenza di un difensore d'ufficio, è stato indagato. E.B.

© RIPRODUZIONE RISERVATA