La Regione taglia 3,5 milioni
Scatta la protesta dei sindaci

I sindaci protestano contro i tagli stabiliti dalla delibera di Giunta della Regione Lombardia del 10 febbraio, che riguarda per il 2009 il Fondo nazionale politiche sociali, il Fondo nazionale per le non autosufficienze e, per l'anno 2010, il Fondo sociale regionale.

Il Consiglio di rappresentanza dei sindaci e i presidenti delle assemblee dei sindaci esprimono in particolare preoccupazione per il taglio del Fondo nazionale politiche sociali che a loro giudizio è solo in parte compensato da un aumento del Fondo nazionale per le non autosufficienze, mentre il Fondo sociale regionale resta fermo.

Per la provincia di Bergamo l'assegnazione del Fondo nazionale Politiche sociali passa da 9.221.809 euro a 4.285.553 per il 2009. L'assegnazione del Fondo nazionale autosufficienze aumenta (da 4.480.595 euro a 5.983.105) e il Fondo sociale regionale resta stabile: 8.922.552 euro nel 2009 e 8.944.657 per il 2010. Il Consiglio di rappresentanza dei sindaci della provincia di Bergamo ha chiesto all'Anci Lombardia, Dipartimento welfare-sanità, la convocazione urgente di tutti i presidenti dei Consigli di rappresentanza della Regione Lombardia per discutere la situazione.

Il taglio colpisce soprattutto i progetti di welfare di largo respiro che i Comuni avevano cominciato a progettare e gestire unendo le forze attraverso gli Ambiti territoriali: uno strumento recente, ma promettente, soprattutto per una provincia frammentata, come quella Bergamasca, dove il piccolo Comune che non riesce più a far fronte in maniera adeguata ai bisogni dei cittadini sta imparando a lavorare per reti.

Sulla delibera è intervenuto anche il segretario regionale del Pd Maurizio Martina che afferma: «Una doppia diminuzione di risorse colpisce la spesa sociale degli enti locali. Da un lato il governo nazionale ha ridotto del 21% il trasferimento di fondi alla Regione Lombardia, dall'altro la Regione, anziché compensare con risorse proprie questi tagli (come hanno fatto altre Regioni), ha deciso di trattenere per sé – e quindi non ridistribuire agli enti locali – una quota quadrupla rispetto al passato».

Il Fondo nazionale Politiche sociali trasferito dallo Stato alla Regione era l'anno scorso di 92.885.946,70 euro. «Quest'anno – osserva Martina – con la Dgr 11255 del 10 febbraio, il Fondo trasferito dalla Stato alla Regione Lombardia risulta di 73.327.562,56 euro, un taglio del 21,06%. La riduzione segue quella dell'anno precedente, in cui lo stesso governo Berlusconi era passato dai 109 mila euro del 2007 (governo Prodi) ai 92.885.946 del 2008. Nel giro di due anni, quindi, un taglio complessivo di risorse dallo Stato del 33%. Nella sua delibera di riparto, la Regione ha deciso di trattenere per sé 34 milioni di euro (pari al 47% dei fondi ricevuti dallo Stato), contro i 12 dell'anno precedente (pari al 13%)».

Gli Ambiti territoriali, per effetto del cumulo dei due tagli, si trovano così ad avere riduzioni di bilancio che vanno dal 51 al 54%. «All'effetto di paralizzare l'attività di strutture come i centri diurni per disabili o i posti letto di sollievo nelle case di riposo – conclude nella sua nota il segretario regionale Pd – si aggiunge l'effetto di bloccare il processo di integrazione dei Comuni in unità territoriali più ampie e più in grado di erogare interventi complessi. Davvero un pessimo servizi per i bergamaschi». Un altro duro colpo per le finanze locali «che sono veramente allo stremo», fa notare Claudio Armati, presidente dell'Associazione dei Comuni bergamaschi.

«I Comuni – sostiene – alle prese con i Bilanci di previsione possono decidere solo cosa tagliare, non espandere. Per effetto di questa ennesima riduzione di risorse saranno i servizi a dover essere ridotti. Anche se è molto difficile, ai Comuni, in questa situazione impensabile solo qualche anno fa, non resta che decidere cosa sacrificare, dall'infanzia agli anziani».

S. P.

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