L'omicidio della donna ad Almè
Tre i colpi mortali su Lauretta

Tredici fendenti, almeno tre dei quali mortali. È stata uccisa così Lauretta Mazzola, la casalinga di 46 anni, di Azzonica di Sorisole, ammazzata con un paio di forbici lunedì pomeriggio nell'appartamento della cugina, in via Borghetto ad Almè.

Ettore Ferrari, il cinquantacinquenne marito della cugina della vittima e accusato di averla ammazzata, si trova ancora ricoverato in prognosi riservata al policlinico di Ponte San Pietro: fino a ieri sera era ancora in coma, provocato dall'assunzione di oltre venti blister di medicinali e psicofarmaci quando ha tentato il suicidio dopo aver ucciso Lauretta.
Ma secondo i medici l'operaio potrebbe svegliarsi da un momento all'altro – forse già questa mattina – e in quel caso gli investigatori provvederanno a interrogarlo.

Proprio in attesa del suo risveglio è stata rinviata l'autopsia sulla salma di Lauretta, inizialmente programmata per le 14 di ieri: il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Franco Bettini, ha deciso di aspettare a far eseguire l'esame proprio per consentire a Ferrari, una volta uscito dal coma, di nominare – qualora lo desiderasse – un perito di parte che possa prendere parte all'autopsia.

Un primo esame del corpo della quarantaseienne ha confermato che la donna è stata colpita da almeno 13 fendenti, tre delle quali avrebbero raggiunto organi vitali: dunque la donna sarebbe morta in pochi minuti, probabilmente non per dissanguamento.

Le coltellate le sono state inferte all'addome e sulla schiena. Lauretta Mazzola si è difesa prima di morire. L'autopsia dovrebbe anche chiarire se ci sia stato o meno un rapporto sessuale tra i due prima del delitto e se la donna fosse consenziente.

Gli inquirenti stanno cercando di capire se Ettore Ferrari e Lauretta Mazzola avessero una relazione. Quando è stata ammazzata la donna indossava soltanto una maglietta: l'omicidio è stato compiuto alle 14,40, mentre l'orario in cui Ferrari ha assunto l'ingente dose di farmaci e barbiturici non è ancora stato chiarito. Potrebbero comunque anche essere passate delle ore, durante le quali l'operaio della «Rulli Rulmeca Spa» di Almè ha ripulito del sangue la stessa vittima, le forbici utilizzate per ammazzarla e il piccolo appartamento di via Borghetto, nel cuore di Almè. Tracce di sangue sono state tuttavia rilevate dai carabinieri della Scientifica durante il soprallugo un po' dappertutto nella casa.

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