Alla «prova amministrative»
l'asse Pdl - Lega scricchiola

Tutto bene, sì, no, forse. L'asse Pdl-Lega, saldissimo a Roma, sembra scricchiolare nel profondo Nord, dove le mire dei seguaci di Bossi mettono un po' di inquietudine ai vari colonnelli pidiellini, già alle prese con le strategie per le amministrative del prossimo anno.

Lunedì l'uscita di Bossi - "a Milano chiederemo il sindaco" - ha fatto sorridere molti a denti stretti. Ma non Ignazio La Russa, coordinatore nazionale del Pdl, che ha ribattuto "il sindaco di Milano tocca a noi". Martedì i risultati delle Comunali a Lecco, Mantova, Lodi e Venezia, tutti negativi per il centrodestra, certificano che i voti della Lega non si sono sommati a quelli del Pdl. Tanto da fare borbottare il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, candidato sindaco a Venezia arrivato solo al 42,58% dei consensi, quando mancano solo 4 sezioni da scrutinare. "Con i voti della Lega Nord avrei vinto al primo turno - spiega Brunetta - invece è mancata nell'elettorato la cultura della coalizione".

Un'accusa esplicita che segna l'aumento della temperatura nei rapporti fra i due partiti. Ma anche a Lecco, dove correva il il viceministro alle Infrastrutture leghista Roberto Castelli, non è andata meglio. Nella città lombarda, infatti, patria natale del presidentissimo Roberto Formigoni, ha sbancato un po' a sorpresa il centrosinistra, che ha piazzato il candidato Virginio Brivio direttamente al primo turno. Era dal'inizio degli anni 90 che la Lega governava nella città, ma dissidi molto forti con il Pdl hanno portato prima alla caduta della giunta e poi al risultato di martedì.

Che gli equilibri Lega-Pdl fossero saltati dopo i risultati di lunedì sembrava evidente a tutti. In Veneto la Lega Nord ha surclassato tutti, alleati compresi. A parte avere piazzato il nuovo "doge" Luca Zaia con un consenso (60,1%) che il suo predecessore Galan non si è mai sognato, ha superato il Pdl di una decina di punti.

Il partito di Bossi, infatti, si è arrampicato in Veneto al 35,1% dei consensi, lontano mille miglia rispetto al 24,7% del Pdl. Cinque anni fa, alle Regionali del 2005, le parti erano invertite, con la somma Forza Italia-Alleanza nazionale che superava il 30% e con la Lega al 14,7%. In Lombardia la situazione è un po' diversa, visto che il Pdl che si è confermato primo partito con il 31,8% dei consensi, ma anche qui la Lega è cresciuta molto (26,2%) ed è ormai arrivata molto vicina.

Cartina di tornasole dei rapporti Lega-Pdl saranno le trattative per la composizione delle giunte regionali, con Bossi ben intenzionato a blindare Formigoni con un "cordone sanitario" di assessorati pesanti. In quanto al Veneto, svanito Brunetta ancora prima di iniziare la carriera di sindaco, Zaia sembra in questo momento pressoché invincibile, stante la pochezza dell'opposizione e la subalternità del Pdl.

La vera gara, però, sarà per le amministrative del 2011, con la poltrona della Moratti a Milano che sembra traballare sempre di più.

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