Vandali nei giardini in via Baioni
Un cittadino scrive al sindaco

Un cittadino ci segnala una serie di atti vandalici commessi la notte tra sabato e domenica in via Baioni. Ecco la sua lettera, inviata anche al sindaco di Bergamo.

«La notte tra sabato e domenica di Pasqua, qui nel giardinetto nuovo di via Baioni sono passati i vandali. Saranno state la due di notte passate. Erano sei o stte giovanotti di chiara etnia indigena. Un nostro prodotto locale o provinciale, un misto di bulleria ed ignoranza che tra schiamazzi e urla ha rotto dei lampioni del gierdinetto.

Non erano ubriachi, erano solo dei maleducati in vena di dare dimostrazione delle loro capacità mentali, minime in verità, con quell'invidia che è dentro quei poveri ignoranti che non hanno speranza di cambiare il loro stato. Non erano degli emarginati, né dei poco abbienti: tutt'altro! Erano ragazzi, parliamo di venticinque-trenta anni, che sicuramente hanno avuto la stessa occasione di altri, sia di istruzione che di educazione, ma hanno preferito ad una educazione normale lo squallore della loro poca capacità intellettiva che, complici i genitori, genera questa sorta di stupidi guerrieri della notte, pronti a spaccare tutto quello che li circonda, anche se poi in quelle rovine devono viverci.

Sono l'esercito di quelli che sputano nel piatto dove mangiano. Sono colpevoli, come colpevole è questa amministrazione. Mi è capitato di essere in Germania per lavoro. Mi è capitato di vedere la loro polizia all'opera: di giorno e di notte, contro sbandati come quelli che ho descritto. Là non c'è un sindaco, ma un borgomastro. Probabilmente un borgomastro ha più possibilità di un sindaco, visto che là la polizia si muove giorno e notte.

Poliziotti che non vivono negli uffici, ma si muovono per la città sempre, in ogni momento, perchè sono poliziotti che hanno scelto di fare i poliziotti; se volevano stare in un ufficio si sarebbero impiegati all'anagrafe. Ed il borgomastro su fatti come quelli che ho descritto non si limita ad una alzata di spalle, perchè smetterebbe di fare il borgomastro prima della fine del mandato. Temo che noi siamo arrivati al punto che una persona può essere aggredita per strada ed essere ammazzata con calma, in due o tre ore, senza che nessuno intervenga o abbia intenzione di farlo. Tanto per informarla».
Fiorenzo Pontiggia

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