Il Tar accoglie il ricorso del WWF
Annullato il piano venatorio

Il Tari di Brescia ha accolto il ricorso del WWF e ha annullato il Piano faunistico venatorio provinciale. La sentenza si basa su numerosi motivi, che riguardano la definizione della zona alpina, il calcolo della quota protetta di territorio agro-silvo-pastorale, i valichi alpini e la collocazione dei capanni. La sentenza, di 49 pagine, ha detto quindi la parola definitiva sulla conformità del Piano faunistico venatorio provinciale (quello attuale e i due precedenti) dopo il ricorso delle associazioni ambientaliste.

L'allora assessore provinciale alla Caccia Luigi Pisoni aveva definito il Piano prodotto nel 2008 «un piano equilibrato, che contempera in maniera adeguata le esigenze delle diverse parti». Ma Enzo Mauri, direttore dell'Oasi Valpredina e rappresentante delle associazioni ambientaliste nella Consulta faunistica-venatoria provinciale, non era mai stato dello stesso avviso.

«Nella precedente udienza del Tar - aveva riferito - lo stesso giudice aveva chiesto alle parti se non fosse il caso di trovare insieme una soluzione. Secondo l'avvocatura della Provincia, però, non c'erano le condizioni. Almeno su tre punti, a nostro avviso, invece c'erano spazi di mediazione: la quota percentuale delle zone protette, ora non conforme; i valichi montani per la tutela delle rotte migratorie, ora insufficienti; la classificazione della zona Alpi, il cui limite va spostato a Sud. Su questi punti c'erano spazi per un Piano condiviso. Invece si è preferito prendere accordi nelle stanze dei bottoni con i cacciatori».

Mercoledì mattina il WWF di Bergamo spiegherà in una conferenza stampa i punti accolti dalla sentenza che ha annullato il piano. In Provincia invece è in programma una riunione tra l'assessore e i legali dell'ente per stabilire le prossime mosse.

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