«Orobie», da 20 anni racconta
bellezza e storie della nostra terra

Orobie vent'anni dopo, ovvero storia di un successo improbabile, di una sfida che in quell'agosto 1990 appariva perlomeno azzardata. Ma il numero uno che apparve alla vigilia di Ferragosto ebbe subito un successo non previsto: l'intera tiratura venne «bruciata» nel giro di tre giorni.

«Parlare di segreto di Orobie è banale. Ma ci sono alcuni elementi presenti fin dal primo numero che non sono mai venuti meno, elementi determinanti. Mi riferisco in particolare a quella vocazione per il bello: fin dall'inizio Orobie aveva l'intento di fare conoscere ai bergamaschi la bellezza sull'uscio di casa. Non è semplicemente una formula di facile effetto, è quello che la rivista ha fatto per vent'anni. Consapevole del fatto che fare conoscere il bello significa anche contribuire a salvarlo. Credo che questa sia una delle chiavi del successo. L'attenzione al territorio, quindi alle persone, alle radici. Diciamo ai nostri lettori: usciamo dall'autostrada, guardiamo il mondo che ci circonda, che ci sta attorno e che non conosciamo».

Pino Capellini parla seduto nel suo ufficio di viale Papa Giovanni. Capellini ha assunto la direzione di Orobie molti anni fa: l'ha condotta per tutto questo tempo con coerenza e impegno. Racconta: «La filosofia di Orobie non è mai cambiata. Le nostre montagne, il nostro ambiente, la nostra cultura. Senza la pretesa di inventare niente, di lanciare chissà quale crociata. Noi cerchiamo di fare conoscere, se riusciamo prendiamo per mano il lettore, gli mostriamo i luoghi, magari lo aiutiamo a capirli. Direi che il cambiamento forte in questi vent'anni è stato soltanto uno, la decisione di uscire dalla Bergamasca, di allargarsi agli altri territori della Lombardia. È accaduto più o meno con il passaggio di proprietà dall'editrice Ferrari di Clusone alla Sesaab, e in particolare alle edizioni Oros. Un passaggio alla Lombardia sia per quanto riguarda la diffusione della rivista, ma anche per quanto concerne gli argomenti. Vendere anche a Milano, a Como, a Brescia ci ha portati a una visione non più soltanto "Bergamocentrica"».

In un periodo di difficoltà per l'editoria, di problemi per il settore delle riviste di ambiente, Orobie non solo non ha diminuito il numero di copie vendute, ma addirittura è riuscita ad aumentarle. Dice Capellini: «Dal 2005 la rivista continua a crescere, a ritmo costante. Oggi le copie vendute mensilmente in edicola sono circa novemila, a cui si aggiungono quattromila e cinquecento abbonati».

Una cifra notevole per una rivista «di nicchia». Continua Capellini: «La fidelizzazione è notevole, si può dire che i lettori siano anche collaboratori. Tanti collaboratori che scrivono e fotografano in un primo tempo erano lettori... Anche in questo senso, il legame con il territorio è forte».
Duecentotrentacinque numeri alle spalle, il «palinsesto» di Orobie conferma questa caratteristica di radicamento con le sue rubriche, con i servizi dedicati agli itinerari, ai luoghi, alle tradizioni. «Teniamo molto alle rubriche, dagli appuntamenti, al gusto, alle iniziative per i bambini, al "cammina cammina" fino alle "Ultime dalle Alpi" e a "Block notes". Cerchiamo di accompagnare i nostri lettori che si fanno escursionisti e gitanti, ma anche di accontentare coloro che vogliono viaggiare stando in poltrona, con le parole degli articoli e le immagini dei servizi fotografici. Vorremmo che i nostri lettori potessero conoscere e assaporare i luoghi della provincia e della regione, imparando a viaggiare per davvero, dandosi tempo, uscendo dal vortice quotidiano per darsi il tempo dei luoghi che si attraversano».

La rivista viene preparata di anno in anno, i servizi sono pianificati con largo anticipo, in sintonia con i mesi e le stagioni. Così la grande nevicata del 21 dicembre di quest'inverno in città potrebbe diventare argomento di un affascinante servizio nel prossimo inverno... Ogni mattina Emanuele Falchetti, redattore di Orobie «cresciuto» nella rivista, sfoglia i quotidiani lombardi alla ricerca di notizie, di spunti, di elementi che possano interessare i lettori di Orobie. Dice ancora Capellini: «Penso che questo sia il punto, a differenza di riviste analoghe, Orobie non ha arretrato proprio grazie al suo legame con il territorio, con la cultura bergamasca e della Lombardia. La diffusione non è identica in ogni provincia, ci sono zone dove siamo più letti, più presenti. Il quaranta per cento delle vendite è in Bergamasca, altri punti di grande diffusione sono il Milanese, la Brianza e il Lecchese».

Domenica il grande giorno della celebrazione dei vent'anni con iniziative a tutto campo. Della Orobie del primo giorno, sono rimasti a collaborare Enzo Valenti, di Gromo, e Vincenzo Torriani, disegnatore di San Pellegrino. Conclude Capellini: «Sono un altro segno della continuità della rivista, della coerenza rispetto al suo atto di nascita».

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