Violenza di gruppo in tre
pena ridotta in appello

Un anno fa, proprio tra il 17 e il 18 aprile, in tre, tra cui una donna, avrebbero abusato di una ventunenne nigeriana in Val Cavallina: condannati in primo grado a Bergamo a pene tra i quattro anni e quattro mesi e i sette anni di reclusione, ora i tre hanno ottenuto in appello al Tribunale di Brescia un sconto di pena.

Protagonisti della vicenda un trentasettenne della Val Cavallina, la sua convivente di 24 anni, e un loro amico di 46 anni, difesi dagli avvocati Antonio Cassera, Pietro Donadoni, Emanuela Sabbi e Paride Berselli: in primo grado il primo era stato condannato a sette anni di reclusione, gli altri due a quattro anni e quattro mesi di reclusione ciascuno.

Ora la Corte d'appello di Brescia, accogliendo parzialmente le richieste dei difensori ed escludendo un'aggravante, ha ridotto la pena: cinque anni e dieci mesi per il trentasettenne, tre anni ciascuno per i complici. Il primo si trova attualmente in carcere, mentre gli altri due hanno ottenuto già da diversi mesi gli arresti domiciliari.

L'episodio contestato risale alla notte tra il 17 e il 18 aprile 2009. In quell'occasione, secondo l'accusa, il trentasettenne aveva conosciuto la vittima, una ventunenne nigeriana, all'interno di un night club della Val Cavalina dove lei lavorava. Secondo quanto poi denunciato dalla ragazza, l'uomo l'avrebbe convinta a seguirlo fino a casa sua, dove però avrebbe abusato di lei. Ad un certo punto, oltre tutto, avrebbe fatto partecipare alla violenza anche la sua convivente e un amico di lei, con episodi ripetuti nel corso della nottata. La mattina la nigeriana sarebbe stata poi riaccompagnata verso il night club dallo stesso trentasettenne che, approfittando dell'occasione, l'avrebbe nuovamente violentata in auto. Ripreso il tragitto, la ragazza era però riuscita a fuggire approfittando di un rallentamento dell'auto dell'uomo e della vicinanza, proprio in quell'occasione, di altre due persone in strada: uno dei due, oltre tutto, era un agente della polizia locale.

I tre imputati hanno sempre respinto le accuse, sostenendo invece la versione di più rapporti sessuali consenzienti con la ventunenne, che per questa prestazione, secondo la linea difensiva, sarebbe stata anche pagata.

I difensori in appello hanno riconosciuta l'esclusione dell'aggravante, ottenendo così una riduzione di pena per tutti i tre imputati.

T. T.

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