Staff di ricercatori bergamaschi
per le portaerei della Marina Usa

Se i top gun americani potranno aumentare il numero di decolli e atterraggi in sicurezza dalle portaerei della Marina militare statunitense sarà merito anche dell'Università degli studi di Bergamo. Il professor Sergio Baragetti, docente di Progettazione meccanica, costruzione di macchine e meccanica computazionale alla facoltà di Ingegneria di Dalmine, guida uno staff di giovani ricercatori made in Bergamo, in una delicata ricerca sulla resistenza del carrello dei potenti F18 nella fase di atterraggio.

Uno studio approfondito per capire dopo quanti cicli di decollo e atterraggio un aereo deve essere messo a riposo. Si tratta di un progetto di ricerca innovativo, il primo, fanno sapere dall'Università degli studi di Bergamo, che un ateneo italiano ha siglato con un ente importante quanto la Us Navy.

Tutto è cominciato una decina di anni fa quando il professor Baragetti presentò negli Stati Uniti i risultati di una ricerca con Ducati corse, sullo studio della resistenza a fatica a termine di componenti per competizioni sportive. Una ricerca che interessò molto lo Scientific Office della Us Navy. Iniziò da allora un lungo «corteggiamento».

«Si parla tanto di fuga di cervelli – dice però soddisfatto –: io sono rimasto qui. E la Marina americana ha capito che le persone sono più importanti dei mezzi a disposizione. In questi anni ci ha aiutato nei nostri laboratori per le attrezzature. Quello di cui vado particolarmente fiero è che ho con me uno staff di giovani ricercatori bergamaschi: studenti della nostra facoltà a cui viene offerta una possibilità di formazione unica».

Lo staff infatti è composto da Federico Tordini, ricercatore, Stefano Cavalleri, dottorando in Meccanotronica e tecnologie innovative, Emanuele Rota, assegnista di ricerca. Il professor Baragetti è stato nominato dal rettore Stefano Paleari delegato di ateneo per Netval-Network per la valorizzazione della ricerca universitaria e membro della Commissione tecnica brevetti dell'Ateneo di Bergamo in qualità di esperto per le scienze ingegneristiche. «Vogliamo portare i nostri studenti a brevettare: questo offrirà loro una carta in più da spendere nel mondo del lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA