Al 118 ogni giorno 286 chiamate
In un anno oltre 51 mila interventi

La centrale operativa del 118 degli Ospedali Riuniti di Bergamo riceve in media 286 telefonate al giorno. Ovvero 12 ogni ora, quasi il doppio rispetto al 2002, quando la media era di 7. La centrale operativa, al secondo piano della palazzina numero 28 dei Riuniti, raccoglie le chiamate d'emergenza di tutta la Bergamasca, dalla pianura alle valli, da Torre Pallavicina a Vilminore di Scalve, da Arzago a Mezzoldo.

I prossimi saranno gli ultimi mesi di attività della centrale operativa nell'attuale sede ai Riuniti: il 118 sarà infatti tra i primi servizi che, in autunno, si trasferiranno da largo Barozzi al nuovo ospedale alla Trucca. Nella torre numero 7 il 118 occuperà metà del secondo piano, per una superficie totale di circa 650 metri quadri. Accanto al nuovo ospedale ci sarà anche la nuova elibase, a differenza dell'attuale che è invece ospitata in alcuni container nella base aerea del Terzo reggimento Aves Aquila di Orio, vicino all'aeroporto civile.

Quanto ai numeri dell'attività del 118, l'anno scorso alle oltre 104 mila telefonate sono seguite 51.362 uscite sul territorio, per un totale di 45.940 pazienti gestiti. Rispetto al 2002 le uscite sono aumentate di circa diecimila e i pazienti gestiti di circa 8 mila. In pratica i mezzi del 118 si occupano, in media, ogni giorno di 125 persone. La gravità degli interventi è specificata attraverso un codice con un colore. Nel 2009 il 4% degli interventi hanno interessato pazienti in codice rosso, il più grave, nel quale una persona si trova in una situazione di emergenza con imminente pericolo di vita.

Il codice giallo (quando c'è un'urgenza, ma senza il pericolo di vita immediato) è scattato nel 34% degli interventi, ma la maggior parte dei soccorsi – il 61% – ha riguardato i codici verdi, le urgenze minori, ovviamente senza alcun pericolo di vita. Nell'1% dei casi, invece, il codice era bianco, ovvero non era necessario alcun intervento e alle persone che hanno telefonato è stato consigliato di rivolgersi al proprio medico curante.
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