Il procuratore: non c’erano più fondi per la telecamera

Dietro all’omicidio di Giuseppe Realini, secondo la tesi del procuratore di Bergamo, Adriano Galizzi, ci sarebbe una potente organizzazione che opera con agganci forti in Lombardia. Il magistrato non ha fatto il nome, ma quella organizzazione sarebbe un ramo della ’ndrangheta calabrese, purtroppo presente sul territorio della nostra regione e capace di delitti efferati come quello di Chiuduno.Ma Galizzi ha voluto sottolineare anche un altro importante aspetto di questa tragica storia: in qualità di testimone di un omicidio legato agli ambienti mafiosi, l’artigiano ucciso a Chiuduno era tenuto sotto controllo. Una sorveglianza che però non era continua, ma fatta di verifiche sporadiche da parte di pattuglie delle forze dell’ordine. Poi c’era una telecamera piazzata davanti a casa sua.Ma quella telecamera circa un mese fa era stata tolta: non c’erano più fondi. (12/09/2007)

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