L'attore Yoon Cometti a Orio:
«Sbeffeggiato e lasciato a terra»

Un episodio che lascia l'amaro in bocca all'aeroporto di Orio al Serio. Ce lo segnala l'attore di origine coreana Yoon C. Joyce, adottato da una famiglia bergamasca e diventato famoso sui set italiani e internazionali, diretto anche da maestri del cinema come Martin Scorsese. Sul piccolo schermo ha partecipato a Provaci ancora prof 3 al fianco di Veronica Pivetti, dove ha interpretato uno spietato killer della mafia cinese. Cattivo lo è stato anche nella serie Rex, nel film di Marco Martani Cemento armato con Giorgio Faletti e in Se chiudi gli occhi di Lisa Romano, film che si è aggiudicato il Grand Prix al Festival Annecy Cinéma Italien.

«Spett. Redazione, sono Yoon Cometti (in arte Yoon C. Joyce), l'attore koreano. In passato vi siete ampiamente interessati alla mia carriera cinematografica con articoli che ho sempre apprezzato. Vi scrivo purtroppo per raccontarvi un episodio davvero increscioso che mi è capitato l'altro ieri all'Aereoporto di Orio al Serio di cui vorrei la gente sapesse, perché fatti del genere sono davvero deplorevoli. In data 27 aprile 2010 mi reco all'Aereoporto di Orio con destinazione Roma per incontrarmi con un produttore.

Parto la sera prima dell'appuntamento per sicurezza. Già al metal detector incappo nella prima noia quando la guardia addetta al controllo vedendomi (e non perché mi avesse riconosciuto o quant'altro) comincia a fare dei versi alla Bruce Lee e a ripetere “liso, liso, saionara, saionara” a mò di sfottò, ammiccando con sorrisi stupidissimi alla collega che stava dall'altra parte. Io infastidito rispondo in bergamasco e questo, colto di sorpresa, va nel panico giustificandosi con una scusa imbarazzantissima.

Alle 21.30 sono in coda per imbarcarmi, quando giungo al banco, il ragazzo che sta al terminale mi osserva facendo una smorfia, e mentre le altre persone erano state fatte passare senza verifiche scrupolose al biglietto, questo prende la mia carta di identità, controlla che la foto corrispondesse alla mia faccia e controlla meticolosamente i dati, poi mi fa notare che anziché “YOON COMETTI”, sul biglietto c'è scritto “YOON COGNOME”, io non ci avevo proprio badato, evidentemente al momento della prenotazione il computer aveva commesso un piccolo errore, ma da una veloce verifica i dati della carta di identità nonché quelli della carta di credito corrispondevano.

Purtroppo il ragazzo al controllo esordisce dicendo che non posso salire a bordo, perché nessuno gli garantiva che il tizio il cui nome era riportato sul biglietto, ovvero Yoon Cognome, corrispondesse a me, mi metto a ridere pensando ad uno scherzo. Faccio notare che avevo un impegno importante, la collega suggerisce di aggiungere il cognome a penna, non avrebbe comportato nulla di grave, ma lui è irremovibile. Mi arrabbio e chiedo di parlare con un direttore o con qualcuno, questi sghignazzano facendomi notare l'ora e comunicandomi oltretutto che non avrei ricevuto alcun rimborso. Fanno chiudere le porte. Ormai l'aereo parte, io rimango basito, i ragazzi mi invitano ad andarmene altrimenti avrebbero chiamato la polizia.

A questo punto me ne vado. Cerco il primo treno e alle 05.00 partendo dalla stazione di BG con destinazione Milano da cui prendo la Freccia Rossa per Roma e pur non avendo praticamente dormito sbrigo i miei impegni. La sera infine mi imbarco dall'aereoporto di Ciampino con il biglietto di ritorno (perché avevo effettuato una prenotazione di Andata e ritorno per il giorno stesso) che riportava il medesimo nome “YOON COGNOME”, la ragazza al banco l'ha guardato, senza dire nulla e mi ha fatto salire.

Voglio ringraziare quel ragazzo al bancone perché ha dimostrato davvero un gran senso di civiltà nei miei confronti. Sarei davvero felice qualora voleste pubblicare questa mia lettera. Cordiali saluti»
Yoon C. Joyce

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