L'assessore Donizetti replica:
«Pedretti? A Curno un regime»

«Egregio signor Sindaco, signori Consiglieri, ho appreso, per decisione autonoma e unilaterale, protocollata a firma del signor geometra Roberto Pedretti, che sarei stata da lui "licenziata" dal gruppo consiliare "Lega Nord", senza ovviamente che venga fornita motivazione alcuna. Posso solo ipotizzare che l'esclusione dal gruppo consiliare, sempre che di esclusione si tratti o si possa trattare, risponda all'esigenza, alla necessità interna e alla mentalità del gruppo dei suoi pochi e poco rappresentativi fedelissimi, di "epurare" coloro le cui opinioni e, soprattutto, i cui comportamenti, pur irreprensibili, divergono dalla linea personalistica e avventuristica perseguita dal loro piccolo capo».

«Contesto che detta linea possa definirsi in alcun modo leghista, almeno secondo i principi, i valori e il senso che mi sono stati insegnati dai fondatori della Lega Nord in Bergamasca, fra i quali non rientra certamente il signor Pedretti : essa inaridisce la vita di sezione ridotta a uno scarso numero di "uomini". Comportamenti e metodi come quelli messi in atto dal signor Pedretti sono propri dei regimi totalitari: nulla a che vedere con la filosofia e la teoria politica di un movimento democratico quale è la Lega Nord, distintasi negli anni anche per la libertà di espressione».

«Già alcuni mesi fa ebbi modo di sollevare in sezione, in assemblea, pesanti perplessità, mai trapelate all'esterno, circa i metodi utilizzati e le concrete azioni intraprese dal relativo segretario, riguardanti il governo del Comune e non solo, esprimendo seri dubbi circa gli effetti benefici per i nostri concittadini e per il popolo leghista. Eccepivo che alcuni suoi indirizzi e affermazioni, come già verificatasi altre volte, sembravano più attinenti a disegni di natura e ambizione personale piuttosto che mirati al bene comune».

«L'esito delle mie osservazioni è stato sempre scontato perché, tranne me e Angelo Fassi, gli altri, salvo alcuni pochissimi dal signor Pedretti male informati, sono amici o fedeli sudditi. Sei anni fa si è verificata la stessa solfa di oggi: senza una seppur minima motivazione, mi ritrovai esclusa, non potendo nemmeno accennare a reazione alcuna per gravi problemi di carattere familiare, cosa di cui Pedretti era conscio e come certamente la professoressa Morelli ricorderà, ciò che non mi permise di approfondire il problema».

«Sono cresciuta in una famiglia al cui interno la libertà di parola è sacrosanta: ho imparato da mio padre, uomo di estrazione socialista cresciuto a pane e politica in tempo di guerra, ad esprimere sempre la mia opinione. In seguito, nella famiglia che mi sono formata, ho continuato questo insegnamento che per me resta sacrosanto. Come è evidente dall'azione arrogantemente intrapresa dal signor Pedretti, tali principi non appaiono considerati sacrosanti né da lui, né all'interno della sezione Lega Nord di Curno, né per quanto concerne il funzionamento del gruppo consiliare della Lega Nord».

«Ciò coinvolge e interroga la responsabilità e la dirittura morale di Chiara Leidi cui faccio in tal senso esplicito appello. Mi chiedo se i principi sopraesposti siano sacrosanti anche presso la segreteria provinciale della Lega Nord di Bergamo. Ritengo di aver agito sempre correttamente e con onestà, sollevando per tempo le mie perplessità in sezione e senza divulgare nulla all'esterno, nel giusto rispetto della persona, così come ha sempre fatto anche Angelo Fassi».

«Mi permetto, a questo punto, di giudicare l'operato del signor Pedretti (non la sua persona, ovviamente), e qualificarlo come il principale responsabile dell'impoverimento umano del gruppo di maggioranza e della locale sezione della Lega Nord. Sinceramente, non mi dolgo di essere stata allontanata da un tale sistema localistico, familistico e paesano, mentre sono sinceramente dispiaciuta del fatto di vedere così calpestato il significato profondo del mio Movimento, le cui linee fondamentali rimangono fissate nel mio cuore, nonostante la melma imperante a Curno».

«Ribadisco la mia fedeltà e ammirazione per il Sindaco, che ho contribuito a far eleggere, persona illuminata nelle cui finalità mi riconosco appieno e per il quale continuo il mio impegno. Chiedo che venga dichiarato illegittimo il documento protocollato in data 14 aprile 2010 dal signor Pedretti, quindi irricevibile, violatore com'è delle più elementari regole della democrazia nonché di norme costituzionali fondamentali».
 Maria Donizetti

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