In 4 mila alla Messa al Lazzaretto
Il vescovo: spirito di corpo solidale

Il sole decide di uscire dalle nubi quando nel Lazzaretto entra il labaro dell'Associazione nazionale alpini e viene schierato sotto l'altare, vicino ai gonfaloni del Comune e della Provincia, non lontano dai labari delle tante sezioni convenute per l'adunata nazionale.

In processione arrivano anche i sacerdoti, cappellani militari, e il vescovo, monsignor Francesco Beschi che presiede la concelebrazione eucaristica dell'83ª Adunata nazionale. Il palco verde, ai piedi dell'altare un cuscino di fiori, bianchi, rossi e verdi. Dietro l'altare il crocifisso.

Il vescovo prende la parola, esprime la sua commozione: «È una grande gioia per me... saluto tutti voi e in particolare i sacerdoti e diaconi che pregano con me». Ad ascoltare le parole del vescovo quattromila persone, anche le delegazioni delle truppe alpine di Paesi stranieri.

Il vescovo nell'omelia ha sottolineato con forza l'importanza dei valori di solidarietà, fratellanza, di sacrificio che sono il cuore degli alpini e della loro festa. «Lo spirito di corpo degli alpini non è quello di un'associazione settaria, ma la vostra forza sta nei rapporti profondi che sapete creare con la popolazione. Chi è alpino rimane alpino tutta la vita e lo dimostra con la sua opera di volontariato».

Alla cerimonia hanno assistito le personalità cittadine e militari come il generale Armando Novelli, comandante delle forze operative terrestri e il generale Alberto Primicerj, comandante delle truppe alpine.

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