Forza Nuova, scontri del 28 febbraio
In aula i testimoni della difesa

È entrato nel vivo il processo ai due giovani arrestati il 28 febbraio 2009 nei disordini scoppiati in centro dopo l'inaugurazione della sede di Forza Nuova. Oltre a loro furono denunciati 57 partecipanti al corteo antifascista e, nelle successive indagini, 41 esponenti di Forza Nuova.


La vicenda risale al 28 febbraio scorso in occasione dell'inaugurazione in via Bonomelli della sede del movimento di estrema destra Forza Nuova. Circa 300 attivisti e simpatizzanti, molti arrivati da altre città del Nord Italia, si concentrarono al piazzale della Malpensata e sfilarono poi fino alla nuova sede, al grido di «Boia chi molla», molti impugnando bastoni, indossando caschi e salutando col braccio destro teso. Parallelamente, circa 600 esponenti della sinistra antagonista, dei centri sociali e anarchici diedero vita a un presidio di protesta in via Quarenghi. Le due fazioni furono tenute a distanza da un considerevole schieramento di forze dell'ordine. L'ala più dura della sinistra antagonista, dopo il presidio, ingaggiò scontri con le forze dell'ordine, culminati con l'arresto di Lorenzo Trombetta di Como ed Enzo Cereda di Seriate.

Nell'udienza avvenuta nella mattinata di giovedì 13 maggio, seguita in aula da un folto pubblico e accompagnata all'esterno da un presidio con tanto di manifesti antifascisti, sono stati sentiti alcuni testimoni chiave della difesa. In particolare il medico di base di Lorenzo Trombetta, che ha dichiarato di aver individuato sul capo e sulle braccia del suo assistito percosse «compatibili con colpi da manganello». Tra i testimoni sentiti in aula anche una ragazza di 20 anni di Albano che durante gli scontri si era fratturata un braccio: la giovane ha dichiarato che sarebbe rimasta ferita una ventina di minuti dopo la fine della manifestaizone e durante un intervento di soccorso nei confronti di una donna caduta a terra. La ragazza si sarebbe fermata ad aiutare la donna e in quel frangente sarebbe stata colpita dalle forze dell'ordine. Sulla stessa linea anche le dichiarazioni di una 26enne di Milano che avrebbe soccorso e tentato di proteggere dalle percosse Trombetta.

Ora il processo è rinviato al 5 luglio prossimo quando probabilmente è prevista anche la sentenza. Nel frattempo saranno acquisiti anche i filmati televisivi della vicenda, al fine di utilizzarli con elementi di prova.

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