Quarto Everest per Simone Moro
ma anche stavolta con l'ossigeno

È arrivato in vetta con un giorno di anticipo, grazie anche alla favorevoli condizioni meteorologiche, ma dopo quota 8.500 metri anche questa volta non ha potuto fare a meno dell'aiuto della bombola di ossigeno. L'alpinista bergamasco Simone Moro ha conquistato per la quarta volta l'Everest. «Tra tre giorni - scriveva infatti lunedì scorso l'alpinista bergamasco - partirò per fare un tentativo senza ossigeno all'Everest. La data teorica di vetta dovrebbe essere il 23 maggio a meno che il bollettino meteo non consigli variazioni dell'ultimo minuto».

L'ultima era stata nel 2006 quando Moro, dopo aver salito il versante sud, era ridisceso da nord. In precedenza aveva raggiunto «il tetto del mondo» assieme a Mario Curnis, il 24 maggio del 2002, mentre l'esordio era stato il 25 maggio 2000 con a Denis Urubko.

Proprio lo scalatore kazako lo ha atteso al campo base: che questa volta non sia stato al suo fianco, pur condividendo la spedizione, è legato al semplice fatto che Urubko è appena rientrato da un altro ottomila, il Lhotse, dove, nei giorni scorsi ha aperto una nuova via.

«Partendo da Colle sud alle 6,30 di domenica - ha raccontato ancora Moro nei giorni scorsi - è arrivato sulla vetta alle 11,30 dopo aver tracciato quella linea che assieme avevamo pensato. Bravissimo. Io sono rimasto al campo base: avevo dato la disponibilità a coordinare le operazioni per il recupero con l'elicottero dalla quota di 6.350 metri».

Purtroppo gli incidenti e i contrattempi in questa stagione sulle affollatissime pendici dell'Everest non mancano. Anche la spedizione di Moro ha dovuto affrontarne qualcuno. Prima la febbre che lo ha bloccato qualche giorno al campo base, per andare poi a riposarsi a Kathamndu; poi l'infezione intestinale di Aldo Garioni, l'alpinista che Moro intendeva accompagnare sull'Everest, e il conseguente dietrofront con il rientro in Italia ai primi di maggio.

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