Tremila euro, adotta uno studente
L'Università è a caccia di sponsor

Un milione di euro: è quanto servirà all'Università degli studi di Bergamo per avviare un processo di internazionalizzazione che porterà gli studenti bergamaschi a frequentare già dal prossimo anno accademico 24 insegnamenti in lingua straniera e ad avviare, a partire dal 2011/2012, tre lauree specialistiche completamente in lingua straniera.

«È la nostra risposta alle richieste di tutti gli attori del territorio – spiega il rettore Stefano Paleari –: all'inizio del mio mandato le istituzioni pubbliche e i privati, all'unanimità, ci hanno chiesto di individuare dei progetti strategici per l'ateneo e per Bergamo, di essere un'università aperta e non provinciale, promettendo pieno sostegno in questo processo di innovazione. Noi, in otto mesi, abbiamo avviato un programma che porterà Bergamo e i nostri studenti ad avere tutte le carte in regola per confrontarsi con il mondo: ora però ci serve l'appoggio di tutto il territorio».

Il rettore Paleari, soddisfatto degli attestati di stima ricevuti da più parti in questo periodo, ora cerca un sostegno più concreto (finanziario) al suo programma sia tra i grandi imprenditori, ma anche tra le piccole e medie imprese lanciando l'iniziativa «Adotta un talento».

«L'idea è molto semplice – spiega Paleari –: chiediamo a nostri possibili piccoli supporters una quota di tremila euro all'anno, l'equivalente del costo di uno studente oltre alle tasse che paga per la sua formazione accademica, da destinare ai giovani che aderiranno ai nostri nuovi percorsi di internazionalizzazione. Per alcuni piccoli e medi imprenditori è un investimento sostenibile che aiuterà a formare giovani talenti sul territorio in grado in futuro di portare la Bergamasca a confrontarsi alla pari con il mondo. Se riusciamo ad attivare almeno 300 "adozioni" raggiungeremo la copertura di gran parte dell'investimento sul progetto».

Un modo, spiega il rettore, per coinvolgere tutti, anche i piccoli investitori, la gente comune, in un progetto di largo respiro. «Naturalmente poi – continua Paleari – intendo rivolgermi anche alle istituzioni pubbliche, a cui chiedo un sostegno su questo progetto, e in particolare ai grandi imprenditori, ai mecenati bergamaschi, affinché colgano l'importanza dell'apporto culturale dell'università per uscire dalla crisi economica».

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