Pioggia torrenziale a Grumello
un fiume di fango dal monte

Un fiume di acqua e terra è sceso all'improvviso sabato dalla collina di Grumello, scorrendo per qualche ora sulla strada e sui marciapiedi fino nelle cantine di alcune case allagate. Colpa del nubifragio che si è abbattuto verso le 16 sulla Val Calepio: acqua e grandine che in pochi minuti hanno dilavato i terreni dell'azienda vitivinicola «Le Corne», una delle più estese della Bergamasca, celebre anche oltre i confini provinciali per la produzione di Valcalepio.

L'acqua mista a terra ha invaso la strada ai piedi del nuovo vitigno, piantato da poche settimane, scorrendo lungo via Kennedy invasa dal fiume di fango. I terreni dell'azienda vitivinicola dell'imprenditore Usvaldo Paris nei giorni scorsi erano stati «fresati» per favorire la semina dell'erba e la piantumazione della nuova vite.

Un'operazione inevitabile, che come spiega lo stesso Paris, «portata avanti a regola d'arte, secondo le indicazioni e le metodologie studiate dai geologi. Sotto terra poi erano stati collocati numerosi tubi e canali per il drenaggio: abbiamo investito ingenti somme di denaro, ma evidentemente tutto ciò non è bastato».

Il drenaggio non ha retto al forte acquazzone improvviso e il terreno smosso in superficie è sceso a valle trascinato dall'acqua piovana. Il fiume di fango è sceso per tutta la via Kennedy oltre la «Casa famiglia», all'altezza della rotonda di via don Pietro Belotti.

Ad accorgersi di quanto stava accadendo i residenti nelle case e cascine ai piedi del monte, invase dal fango, che dopo il nubifragio di acqua e grandine sono scesi in strada e hanno dato l'allarme. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i carabinieri della stazione di Grumello con Giuseppe Rossi, comandante della polizia locale, il titolare de «Le Corne» e gli amministratori locali con i tecnici comunali.

Il sindaco Nicoletta Noris ha immediatamente predisposto il blocco del traffico lungo tutta la via Kennedy e via Duroni fino alla frazione San Pantaleone. Sono stati collocati due «posti di blocco» gestiti dalla Protezione civile e dal gruppo alpini per impedire il transito a tutti i veicoli: uno in via Kennedy all'altezza della «Casa famiglia» e uno in cima alla collina, tra la chiesetta di San Pantaleone e il campo sportivo della frazione.

Vista la situazione e il fiume di fango che scendeva a valle, immediatamente il proprietario della vitivinicola e gli amministratori hanno chiamato rinforzi per risolvere il problema ed evitare danni a persone o case. In pochi minuti sono arrivati ai piedi della collina una quindicina di mezzi: i dipendenti dell'impresa «Locatelli» con due ruspe, una pala, due scavatori e quattro camion per prelevare e spostare la terra e il fango dalla strada, i dipendenti del Comune con due motospazzatrici e due imprese di spurghi, con tre camion per far defluire il fango nei tombini, per poi provvedere a svuotarli.

I mezzi hanno continuato a prelevare la terra e a pulire la strada fino a quando la situazione, verso sera, non si è stabilizzata. Per fare più in fretta a sgomberare la collina, il fango e la terra prelevati dalle strade non sono stati portati in discarica, ma provvisoriamente depositati dai camion della «Locatelli» nel campo di proprietà di Paris nei pressi dell'autostrada, dove è presente il capannone della ditta dismessa «Asla».

In serata la situazione si è stabilizzata e la zona è tornata accessibile, anche se i residenti non hanno nascosto la preoccupazione perché temono che se nei prossimi giorni dovesse continuare a piovere la situazione potrebbe di nuovo precipitare. Paris però rassicura: «Il problema non si è verificato perché ha piovuto tanto in questi giorni, ma per la consistente quantità di acqua scesa tutta insieme. Si parla di cinque centimetri di acqua e grandine scesi in pochissimi minuti e i drenaggi non hanno retto.
 Laura Ravelli

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