Calciatori vip e ritiri di serie A?
Selvino ora resta in panchina

«Very nice. But we can't...». Bello, ma non possiamo. Non possiamo giocare in questo campo e vorremmo hotel più stellati. La risposta costernata, dopo un tour in lungo e in largo fra bellezze, strutture e infrastrutture dell'altipiano, sarebbe stata più o meno questa. Morale: bye bye, Celtic.

È successo in primavera: da Glasgow ci avevano fatto un pensierino. Spiega Angelo Bertocchi: «È arrivato uno dei procuratori, di Selvino gli avevano parlato a Milano, persone che qui hanno una villa. La squadra stava cercando un posto per il ritiro, Orio al Serio e i voli low cost sarebbero stati l'ideale per i tifosi che d'estate seguono spesso la squadra. Mi ha chiamato, l'ho portato in giro io».

Alla prova dei fatti, è sfumato tutto. «Ha detto che il posto era bellissimo, a portata di mano. Ma il campo non andava bene, gli alberghi nemmeno. Siamo al punto che ci fanno richieste, ma alla fine le strutture non sono più all'altezza. Stiamo preparando un nuovo campo sportivo, ma sarà pronto fra due anni, anche gli hotel dovrebbero fare la loro parte se vogliamo tornare ad avere qui le squadre di calcio. Mi piange il cuore vedere certe occasioni che sfumano».

La vicenda del Celtic è un (significativo) esempio. Ma senza andare lontano, c'è l'AlbinoLeffe: «Il campo dell'oratorio, dove si sono allenate in passato le altre squadre qui, andava bene. Però quando è stata formulata la richiesta non c'erano più camere per i giocatori».

Bertocchi è assessore al Turismo da quattro legislature, presidente dello Sci club da oltre 30 anni e per 13 del Selvino Calcio, un passato decennale di trasferte al seguito di Milan e Inter. Ammette: «Qui abbiamo vissuto 25 anni d'oro, ma da sette-otto c'è un calo...».

Perché i villeggianti non mancano (il programma di animazione è fra i più nutriti della provincia), ma l'altipiano «buen retiro» delle stelle del pallone, oltre che delle squadre, oggi sta più nelle foto-ricordo che fra le strade del centro. Beppe Bergomi, lo storico terzino dell'Inter detto «lo Zio» (per i baffoni sfoggiati da diciannovenne al Mundial '82), la sua villa se la tiene stretta e, dice con convinzione, non la mollerebbe per niente al mondo.

La famiglia Facchetti ha casa qui, anche se con Giacinto è venuta a mancare una colonna portante. Ma ad esempio i Maldini, Cesare e Paolo, hanno venduto. «Fa parte del corso delle cose - chiosa l'assessore -, Paolo arrivava qui spesso il lunedì, unico giorno libero. Portava la famiglia appena poteva. Però il lunedì, in inverno, trovava il deserto. Ha scelto di cambiare, capisco».

Sandro Mazzola, Marco Simone, Giovanni Stroppa, Daniele Massaro, Paolo Monelli, Ariedo Braida: alcuni hanno ancora casa qui ma, fatta eccezione per Bergomi e di Demetrio Albertini che qui ha anche aperto una scuola calcio, si vedono meno. Qui, dove qualche anno fa non era poi così strano incontrare anche Adriano, «l'imperatore» dell'Inter che dopo una visita a Facchetti s'era presentato al palasport.

«Ma non è questo il punto - scantona Bertocchi -. Dove possiamo incidere noi è l'offerta di strutture per i ritiri estivi. Abbiamo avuto qui il Verona, quando stava in serie A, dalla Sardegna è arrivato il Torres. Anche l'Atalanta ha scelto Selvino. Ma era il 1997. Ecco, io vorrei che il calcio tornasse qui, perché se c'è un ritiro, anche di una squadra non necessariamente blasonata, la gente arriva anche solo per curiosità».

L'assessore dice che gli è venuto un colpo, poco tempo fa, quando su un giornale ha visto la cartina del Trentino e un bollino per ogni squadra che lì sarebbe arrivata d'estate: «Tantissime. Noi abbiamo i campus, le scuole calcio. Ma dato il nostro passato dovremmo andare oltre. Come accade altrove sulle Orobie, per intercettare nuovo turismo serve rinnovamento, anche degli hotel».

Sport e turismo sono un binomio vincente, sostiene: «Lo insegnarono negli anni '50 due pionieri a Selvino, Luis e Mario Grigis». In quest'ottica si muove il Comune: «Non c'è solo il calcio, ovviamente. I successi di Paola e Lara Magoni (la famiglia di quest'ultima gestisce l'hotel Marcellino, ndr) per noi sono un fiore all'occhiello. Selvino vuole legare il suo nome allo sport? Gli impianti sciistici non ci sono più, ma l'offerta non manca. In questi anni il Comune ha investito oltre 10 milioni di euro in strutture: la piscina, il tennis coperto, il palazzetto, le piste in sintetico».

Poi c'è il nuovo campo a 11: collegato a una palestra («Come chiedono le squadre»), sorgerà in località Perello. Oggi la distesa sterrata, con vista sulla valle, è frutto del rimodellamento del terreno per l'arena che avrà mille posti a sedere, spazi per l'atletica e qualche altra sorpresa. «Il campo sarà un mix fra materiale sintetico ed erba naturale. La prima di solito non è utilizzata dai professionisti, la seconda è più delicata. Sperimenteremo questo nuovo materiale, l'area sarà pronta nel giro di due anni. Costa 1,4 milioni».

E per Selvino è un passo in avanti nella partita per riconquistare il mondo del pallone.
 Anna Gandolfi

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