Il Ministero delle Pari opportunità
bacchetta il Comune di Palosco

La vicenda è quella di un cittadino pakistano, Ashraf Tahir di 28 anni, che nel 2008 si era vista rifiutare la domanda di residenza nel Comune di Palosco. L'uomo si era rivolto alla Cgil ed era partita una procedura che aveva portato la vicenda sulla scrivania del Prefetto di Bergamo, del Questore (che non hanno mai risposto, fa sapere la sigla sindacale) e infine all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Dipartimento per le Pari opportunità, sollecitandolo a intervenire.

E la risposta dell'Unar, fa sapere la Cgil, è stata lapidaria e ha definito il provvedimento del Comune «un comportamento discriminatorio». Per il Ministero delle Pari opportunità, inoltre, la presa di posizione del Comune di Palosco legittima il cittadino pakistano «vittima della discriminazione alla tutela giurisdizionale» consentendogli di «esperire azioni davanti al giudice ordinario e ottenere non soltanto la rimozione della discriminazione ma anche il risarcimento dei danni (morali) subiti in seguito a quel comportamento».

L'ordinanza del Comune che aveva impedito l'iscrizione nelle liste anagrafiche di Tahir era stata emanata per «l'attuazione delle disposizioni legislative generali in materia di iscrizioni nel registro della popolazione residente e disposizioni in materia igienico sanitaria e di pubblica sicurezza».

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