Silp-Cgil: «Via gli ultrà dagli stadi
La tessera del tifoso è necessaria»

«Se ce ne fosse stato ancora bisogno, gli Ultras dell'Atalanta (ma sembra che nelle loro fila ci fossero esponenti di altre tifoserie) hanno dimostrato un paio di giorni fa ad Alzano Lombardo, in maniera netta e una volta di più, perché è importante la tessera del tifoso: servirà infatti ad evitare che proprio molti di loro possano entrare negli stadi. E siccome lo volevano dire in maniera tale che nessuno se lo dimenticasse, lo hanno fatto proprio di fronte al Ministro degli Interni, Roberto Maroni. Mai messaggio fu più chiaro».

E' quanto afferma un comunicato della Segreteria Regionale S.I.L.P. Lombardia per la Cgil (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia). «Tra tutti i modi per sponsorizzare al meglio questa iniziativa dello Stato che di fatto si tradurrà in un netto giro di vite che dovrebbe limitare l'afflusso all'interno degli stadi di questi "tifosi non-graditi" (anche se ci rendiamo conto che il termine "tifoso" è ormai un termine troppo nobile per queste persone) - prosegue la nota - non c'era sicuramente pubblicità migliore che devastare una piccola cittadina della bergamasca, dare a fuoco quattro o cinque auto (un paio delle forze dell'ordine), ferire un paio di poliziotti, premeditare agguati alle stesse forze dell'ordine con tecniche di guerriglia urbana, lanciare lacrimogeni e scagliare oggetti verso Polizia e Carabinieri, ma quel che più conta fare tutto ciò di fronte al responsabile nazionale dell'Ordine Pubblico, appunto il citato ministro varesino».

«Nel 2010 stiamo ancora parlando di tifosi organizzati che non sentono ragioni e adottano l'unico modo che sembra per loro naturale di comunicare le loro idee alla società civile: la violenza. E' la battaglia di chi ritiene lo stadio e gli spazi ad esso esterni, di sua proprietà contro ogni logica (concetto molto particolare quello di "proprietà" per molti ultras: appartengono idealmente a loro infatti la società di calcio, lo stadio, l'antistadio, le strade vicine allo stadio guai a toccarglieli. E il tutto anche se materialmente in mano non hanno nemmeno i biglietti per andare allo stadio la domenica). E su questo "equivoco" ogni giorno della settimana ormai (grazie anche alla spalmatura delle partite di calcio), migliaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri devono rischiare la propria incolumità per difendere non la legalità (compito al quale dovrebbero essere preposti) ma la sicurezza di altri cittadini dall'inciviltà di chi per anni è stato di fatto tollerato e trattato con i guanti bianchi».

Il Silp afferma che «ci si è dimenticati della legalità, per permettere al calcio professionistico di vivere nella propria bolla soprannaturale: per un cittadino molti dei comportamenti messi in atto dalle tifoserie comporterebbero denunce, arresti, querele. Per gli ultras sono diritti inalienabili. E questo da sempre. Va ripristinata la legalità, perché è passato troppo tempo inutilmente: troppe persone hanno pagato a caro prezzo l'ipocrisia e l'indolenza che aleggia attorno al mondo del calcio. Qualcuno ha sempre difeso gli Ultras, ha cercato di accarezzarli, imbonirli, ha cercato di far passare lo loro presenza e le loro azioni come un "normale" effetto collaterale di quel "fantastico" mondo che è il gioco del calcio».

Il Silp chiede inoltre «venga tolta ogni forma di tifo organizzato all'interno degli stadi: inutile continuare a procrastinare questa soluzione, continuamente distinguendo chi si comporta bene e chi no. Proprio per salvaguardare questa distinzione troppe persone hanno perso la vita o sono finite all'ospedale. Noi proponiamo quindi un ulteriore inasprimento delle pene di chi commette violenze da stadio, l'introduzione del reato di "associazione a delinquere" finalizzata al turbamento dell'ordine pubblico durante le manifestazioni sportive. L'interdizione perpetua dagli stadi di chi commette reati legati alle medesime manifestazioni. E poi che gli stadi divengano patrimonio delle società di calcio, che i loro costi di gestione non gravino più sulla collettività».

«Le società sportive - conclude il comunicato - hanno già troppi vantaggi e privilegi per essere destinatarie anche di servizi di vigilanza gratuiti pagati dai contribuenti. Solo così quel luogo, lo stadio, spesso occupato da personaggi conflittuali con la società stessa, potrà essere recuperato e a disposizione di tutti: delle famiglie, dei giovani, delle persone che vogliono godere di una manifestazione sportiva in santa pace, dei veri appassionati».

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