La lettera: «C'è la maratona
Mio figlio disabile non può uscire»

«La domenica mattina del 12 settembre, alle 9,30, cerco di raggiungere Città alta per andare a prendere mio figlio, invalido civile. Al varco dell'incrocio Locatelli - Vittorio Emanuele, un agente della Polizia locale mi ferma intimandomi di invertire la marcia. Esibisco copia del contrassegno di libera circolazione per invalidi intestato a mio figlio (l'originale lo conserva lui perché riceve aiuti anche da altri parenti e amici), dicendo di doverlo aiutare a spostarsi in macchina».

«Mi viene risposto che il contrassegno è "fittizio" e di nuovo intimato di invertire la marcia. Osservo che alle 9,30 il divieto di accesso a Città alta non è ancora operante (inizia infatti alle 10). "Si ma oggi c'è la maratona". Osservo che l'informazione al pubblico dell'anticipo della chiusura non è stato adeguato. Inverto la marcia e salgo indisturbato insieme a decine di altri automobilisti per via sant'Alessandro, Tre Armi, raggiungendo Città alta. Qualcuno mi sa spiegare il senso di una tale politica della viabilità?».
Lettera firmata.

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