Bar galleggiante affondato
Parte l'operazione demolizione

Si era in parte inabissato alla prima piena del fiume in primavera e agli inizi di novembre si molleranno gli ormeggi sulle operazioni di recupero per toglierlo dal fiume. Sei mesi dopo l'affondamento, trascinato dall'onda lunga dell'Oglio, tutt'altro che irresistibile, il bar galleggiante del parco fluviale «Le Rubinie» di Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia, ricomparirà. Ma soltanto a pezzi. Sarà, infatti, diligentemente smontato dai volontari, per riemergere dal fiume dal quale è a tutt'oggi «coccolato», sorretto da una ventina di galleggianti sui quali la struttura appoggia dal giorno della sua Waterloo.

I «tasselli» del bar finiranno poi in un deposito allestito appositamente per rimanere a disposizione dell'autorità competente del Tribunale di Brescia. La stessa avrà il compito di determinare le responsabilità di quanto accaduto in quella notte tra il 5 e il 6 maggio di quest'anno. E risalire, per quanto possibile, alle cause dei danni riportati alla struttura galleggiante e dei fenomeni atmosferici che avevano interessato quella notte. Giorni piovosi, con l'Oglio a livello elevato, ma non certo tale da alzare timori di pericolose esondazioni nella cittadina bresciana. Quindi, l'autorità giudiziaria dovrà determinare se all'origine di quanto accaduto ci siano state lacune progettuali e difetti di realizzazione, oppure negligenze nella manutenzione, con eventuale concorso di responsabilità.

Sono queste le novità sulla vicenda del bar «Controcorrente» sul fiume, di proprietà comunale, ancorato alla riva e vittima di un inatteso destino. Lo smontaggio della struttura, che partirà nel giro di 15 giorni, richiederà circa un mese di lavori. I pezzi del bar-barca, una volta recuperati, saranno posizionati in un tendone allestito nell'area parco comunale, dove rimarranno a disposizione delle autorità. Il tribunale ha peraltro previsto la possibilità della realizzazione di un modello fisico in vasca, in scala ridotta, in un istituto universitario, con lo scopo di simulare le azioni idrodinamiche a cui sarebbe stata sottoposta la struttura nel fiume. Costo previsto: 35 mila euro.

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