La pietà per i defunti
Il vescovo: «Segno di civiltà»

«I morti fanno parte della vita dei vivi con il ricordo, il rimpianto, la riconoscenza e l'insegnamento. La pietà verso i defunti è sempre stata uno dei segni dell'elevatezza della comunità cristiana, ma anche di ogni popolo e cultura. La pietà verso i defunti ha costruito e costruisce la civiltà e il progresso della vita umana».

Nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, martedì sera il vescovo Francesco Beschi ha presieduto una concelebrazione eucaristica in Cattedrale. «La morte fa parte della vita – ha esordito il vescovo all'omelia –. Imparare questa lezione non è semplice, soprattutto quando esercita il suo potere brutale su persone che non pensavamo fossero pronte per la morte. Chiniamo il capo di fronte a questo potere con rassegnazione, oppure con serenità da parte di chi riconosce che tutto ha un limite. Questa realtà rende evidente che i morti fanno parte della vita dei vivi: ognuno ha i suoi morti, cioè quelle persone la cui esistenza ha disegnato in qualche modo la nostra vita non con un compasso geometrico, ma con una relazione profonda di amore e affetto. E la loro morte ci lascia dolore, sgomento, senso di separazione definitivo, rimpianti, ricordi, insegnamenti».

La «pietas» cristiana riunisce vivi e morti, ma è sempre stata un segno della civiltà di un popolo. «Nel giorno della commemorazione dei defunti — ha spiegato il vescovo — la comunità cristiana condivide il ricordo dei morti e la fede dei vivi, il dolore della perdita dei morti e i sentimenti dei vivi. Il corpo si corrompe e si trasforma in un ricordo indelebile e in un racconto per i vivi. La pietà verso i defunti è sempre stata uno dei segni dell'elevatezza della comunità cristiana, ma anche di ogni popolo e cultura. Questa pietas ha costruito e costruisce la civiltà e il progresso della vita umana, espressi in tanti gesti, come ricordare i morti, seppellire i morti, rispettare i corpi morti, curare le tombe dei morti e anche scoprire i luoghi dove i morti sono stati sepolti. Questa pietas significa il proseguire del rapporto con i morti, ma anche migliorare i rapporti tra i vivi».

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