Bergamo, false scarpe «griffate»
nei guai un negozio di marche

Sarebbero probabilmente finite in vetrina per essere vendute a prezzo pieno, fanno capire gli inquirenti. Perché le scarpe sequestrate nei giorni scorsi in un negozio di Bergamo era – secondo le contestazioni – contraffatte alla perfezione.

Sarebbero probabilmente finite in vetrina per essere vendute a prezzo pieno, fanno capire gli inquirenti. Perché le scarpe sequestrate nei giorni scorsi in un negozio di Bergamo era – secondo le contestazioni – contraffatte alla perfezione.

Secondo l'accusa, Prada e Gucci uomo, Hogan e Tod's «napoletane»: 167 paia (da uomo e da donna) arrivati dalla Campania su un furgone che ha insospettito i Baschi verdi della Guardia di finanza di Bergamo. È stato il fiuto di una pattuglia di militari, che venerdì scorso stava transitando casualmente davanti all'esercizio commerciale, a smascherare il presunto giro di marchi «taroccati». I Baschi verdi hanno notato le operazioni di scarico delle scatole di calzature (per l'accusa anche quelle perfettamente imitate, come pure i sacchetti porta-scarpe contenuti all'interno) e hanno deciso di controllare. A destare i primi sospetti sono state le fatture e le bolle d'accompagnamento. Documenti, stando agli investigatori, in cui un paio di Prada risultava, ad esempio, venduto al commerciante a 50 euro, prezzo che gli inquirenti ritengono troppo modesto perché dietro non ci sia qualcosa di losco.

I militari hanno contattato i periti delle «maison», i quali avrebbero confermato che le modalità di consegna dei loro prodotti ai commercianti sono diverse da quelle riscontrate in questo caso.

Per i 167 paia di scarpe il pm Laura Cocucci ha disposto il sequestro. Nei prossimi giorni i periti di Prada, Hogan, Tod's e Gucci provvederanno a esaminare gli stock sequestrati. Nel frattempo sono scattate due denunce per concorso in contraffazione e ricettazione nei confronti di A. A., legale rappresentante della società che gestisce il negozio, e di A. F., il responsabile dell'attività di acquisto e vendita dell'esercizio commerciale. Secondo le prime stime, la vendita degli stock al dettaglio avrebbe fruttato al negozio una somma intorno ai 40 mila euro.

In merito alla questione, la «Mario Bruschi SpA» presente in via XX settembre 39, da oltre 50 anni con il negozio «Bruschi calzature», tiene a rendere noto alla sua clientela la completa estraneità dei fatti. «Tutti i prodotti venduti all'interno del negozio sono originali e venduti in base a specifici contratti e licenze da parte delle griffe presenti. Da sempre la nostra insegna è indice di serietà, professionalità e correttezza». Dello stesso tenore anche le comunicazioni al riguardo di «Biffi», «Dev» e «Tiziana Fausti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA