Cronaca / Bergamo Città
Sabato 18 Dicembre 2010
Incatenato alla capanna per protesta
Cgil contro i licenziamenti in Questura
Una forma di lotta fuori dal comune, ma certamente inopportuna e poco rispettosa, quella scelta dalla Fp-Cgil che, per denunciare il licenziamento dei lavoratori precari degli uffici immigrazione, ha scelto un luogo simbolo del Natale bergamasco: la capannina de L'Eco di Bergamo in piazza Vittorio Veneto.
Una forma di lotta fuori dal comune, ma certamente inopportuna e poco rispettosa, quella scelta dalla Fp-Cgil che, per denunciare il licenziamento che il ministro dell'Interno ha effettuato dei lavoratori precari degli uffici immigrazione di Questure e Prefetture, ha scelto un luogo simbolo del Natale bergamasco: la capannina de L'Eco di Bergamo in piazza Vittorio Veneto. Qui nella mattinata di sabato 18 dicembrel sindacalista iGiovanni Martina si è incatenato per contestare il licenziamento di 650 persone in tutt'Italia, 200 in Lombardia, 19 a Bergamo.
«Il loro contratto è in scadenza il 31 dicembre e non ci sarà proroga - spiega la Fp-Cgil -. Questi lavoratori prima interinali, poi assunti a tempo determinato, sono stati tenuti precari fino ad 8 anni consecutivi. Chiediamo, da mesi, la stabilizzazione di questi lavoratori. O, per il momento, almeno una proroga dei contratti per un anno: questa costerebbe 19,1 milioni di euro. Una cifra non impossibile da spendere soprattutto paragonata a 270 milioni destinati dal Governo alle scuole private, 15 miliardi di euro stanziati per l'acquisto di cacciabombardieri, 20 milioni per la propaganda del Ministero della Difesa». E poi, chiedono i sindacati,«chi svolgerà il loro lavoro? Chi gestirà il nuovo Decreto Flussi? Chi seguirà le procedure per gli esami di italiano agli stranieri? Che fine farà la loro professionalità?».
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