«Dopo 40 anni smetto di giocare
Ho rischiato di bruciarmi la vita»

«Senza le carte, il lotto, i cavalli, le slot machine. Oggi sarei ricco, invece stavo finendo sotto i ponti. Ho cominciato puntando 50 lire, poi ho dilapitato una fortuna: è peggio della droga». Così un artigiano racconta la sua dipendenza dal gioco.

«Senza le carte, il lotto, i cavalli, le slot machine. Oggi sarei ricco, invece stavo finendo sotto i ponti. Ho cominciato puntando 50 lire, poi ho dilapitato una fortuna: è peggio della droga». Così un artigiano racconta la sua dipendenza dal gioco.

Ha perso tanto?
«Non ti accorgi...».

Quanto?
«Non glielo posso dire. Se lo pubblica mia moglie mi ammazza. Metta una cifra che vuole lei».

Un paio di appartamenti?
«Uno inizia quasi per scherzo: «Però! Ho vinto 50 euro». Il giorno dopo ti alzi e la prima cosa a cui pensi è tornare lì a giocarteli. Un gioco tira l'altro: il lotto, il biliardo, i cavalli... Piano piano entri dentro».

Poi sono arrivati i videopoker
«Ecco, lì ho fatto il giocare più profondo. Quanti soldi persi! E quanti prestiti aperti, fra il cugino, l'amico, l'amica... Chiudevi un buco e ne aprivi un altro. Perché li finivi. Quelli che ho vinto li ho bruciati, e quelli che ho perso non ci sono più».

Come si fa a finire soggiogato da un meccanismo così banale?
«Metti il gettone e schiacci: puoi giocare da 50 centesimi a 4 euro, che non è poco: sono 8 mila lire al tiro. E il tiro è un attimo...».

Non è finito proprio in rovina.
«La mia fortuna è che nel 2000 ho reso alla banca tutte le carte di credito. Sembrava che avessi una famiglia di 40 figli da mantenere: ero sempre a zero, anzi sotto, sotto, sotto, sotto... Guardavo gli estratti conto e impallidivo»

Perché ha deciso di smettere?
«Non so cosa mi è scattato dentro. Forse tutte le figure che ho fatto... Bisogna mettere nel conto anche quello: è umiliante la faccenda. Però quando sei dentro te ne freghi, ti interessa solo avere 500 euro in tasca per giocare. È come quello che vuole smettere di fumare: è tutta questione di volontà e di cervello, se non sei convinto tu, non ce la farai mai».

Chi avesse problemi di gioco in famiglia, può chiamare il Gruppo gioco del Patronato 366.3524305, oppure Enrico 349.8128962, dopo le 17.30; Antonella 339.7603930; Elisa 347.0006772).

Leggi di più su L'Eco di lunedì 27 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA