Masso di 12 tonnellate sfiora villa
Evacuata una famiglia di Predore

Un masso del peso stimato di circa 12 tonnellate lunedì pomeriggio 17 gennaio è rotolato dalla collina tra Predore e Sarnico, fino a sfiorare la villetta della famiglia Fenaroli che, a scopo precauzionale, è stata invitata trascorrere la nottata fuori casa.

«Si è sentito un frastuono enorme, la casa ha cominciato a tremare: abbiamo pensato al terremoto». Invece era un masso del peso stimato di circa 12 tonnellate, che lunedì pomeriggio 17 gennaio è rotolato dalla collina tra Predore e Sarnico, fino a sfiorare la villetta di una famiglia e fermarsi nel vialetto dietro l'abitazione. A scopo precauzionale e in attesa di un sopralluogo dei geologi, la famiglia è stata invitata a trascorrere la nottata fuori casa.

Il masso è rotolato dalla collina pochi minuti dopo le 16: la zona è via Surre, strada parallela alla provinciale 469 che costeggia il Sebino, in località Cocca. In quel momento nella villetta al civico 2, proprio al confine tra Predore e Sarnico, erano presenti Virgilio Fenaroli, 18 anni, e la sorella Alessandra, di 11. I genitori, Silvano Fenaroli, di 49 anni, e Sara Paris, di 44, erano fuori casa. Dalla collina è all'improvviso caduto il pesante masso, del diametro di circa due metri. La pietra è caduta lungo il pendio collinare e si è fermata, solo per una casualità, a pochi metri dall'abitazione della famiglia Fenaroli.

Per la precisione il masso da 12 tonnellate ha distrutto la prima recinzione a monte della villetta, sfondando parte della cancellata e danneggiando il muretto sottostante. E si è fermato al centro di un vialetto che collega una strada situata dietro la casa e il cortile della stessa abitazione dei Fenaroli. La pesante pietra avrebbe potuto anche sfondare la seconda recinzione della casa, quella che funge da protezione, sul lato più basso, per chi percorre a piedi il vialetto in discesa, visto il dislivello di qualche metro rispetto al pianterreno dell'abitazione. Soltanto per una casualità il masso non ha proseguito oltre.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 18 gennaio

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