La sanità vista dal cittadino:
meno burocrazia e liste d'attesa

Meno burocrazia, meno liste d'attesa, servizi sanitari più capillari una formazione umana oltre che professionale dei medici. Sono queste le richieste dei cittadini-pazienti desunte da una ricerca della Cisl e dell'Università degli Studi di Bergamo.

Come è percepita la qualità nei servizi per la salute nella provincia di Bergamo? E quali sono le priorità in tale ambito? Su questi e altri interrogati si discute oggi al convegno organizzato dalla Cisl di Bergamo e dall'Università cittadina, allo scopo appunto di analizzare la qualità dei servizi offerti dalla rete dei servizi sanitari in provincia. Ai lavori aperti alle 9 nel complesso di Sant'Agostino, in Città Alta,  prendono parte Stefano Paleari Rettore dell'Università degli Studi di Bergamo; Maddalena D'Angelo e Valentina Strappa, Psicologhe, collaboratrici alla facoltà di Scienze della Persona dell'Università di Bergamo; Paride Braibanti, Docente di psicologia sociale e della salute alla facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bergamo; Ferdinando Piccinini, Segretario Generale Cisl Bergamo.

Nel corso della giornata si terrà una tavola rotonda con Carlo Lucchina, Direttore Generale alla Sanità della Regione Lombardia; Leonio Callioni, Presidente Assemblea dei sindaci della Provincia Bergamo; Ugo De Ambrogio, Vice Presidente IRS e docente di progettazione e valutazione dei servizi sociali all'Università Cà Foscari di Venezia. Le conclusioni sono affidate a Ugo Duci, Segretario USR Cisl Lombardia.

La ricerca - della quale forniamo una sintesi nell'allegato (pdf) - si è basata sulle risposte di 200 studenti, 917 persone che seguono i Corsi delle università per anziani, 182 operatori sindacali della Cisl.

Dall'analisi emerge anzitutto un dato: ovvero la tensione fra chi organizza i servizi per la salute e i bisogni del cittadino di non sentirsi frammentato, perso fra i meandri della burocrazia e delle liste d'attesa.

In secondo luogo la commistione fra pubblico e privato è percepita in modo critico, perchè comporta un conflitto di interessi e un aumento dei tempi di attesa. Secondo la ricerca ciò che può aiutare a qualificare il servizio assistenziale è la dimensione relazionale, infatti l'assenza di queste attenzioni porta la famiglia a dover sopportare un carico di fatica e sofferenza ulteriore, per sopperire all'inefficienza delle istituzioni.

Fra le priorità la ricerca mette in luce la necessità di istituire e rafforzare l'assistenza psicologica di base. Inoltre non sono ricercati e reclamati servizi più sofisticati, tecnologie più avanzate, centri innovativi e specializzati nelle vicinanze ma viene richiesto un investimento che sposti l'offerta di servizi in direzione di: una maggiore capillarità, minori liste d'attesa, maggiore vicinanza ai cittadini, una formazione relazionale e umana dei medici, oltre che professionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA