Bergamasco rientrato dall'Egitto:
«Sono vivo per miracolo»

«Ho visto morire una decina di persone: poliziotti, ragazzini di 18 anni hanno sparato ai due pulmini che precedevano quello su cui stavamo io e altri italiani. Sono vivo per miracolo». È il racconto di un bergamasco appena rientrato dall'Egitto.

«Ho visto morire una decina di persone: poliziotti, ragazzini di 18 anni hanno sparato ai due pulmini che precedevano quello su cui stavamo io e altri italiani, senza sapere quello che facevano. Sono vivo per miracolo. Alla vista dei due pulmini assaliti, il nostro autista ha deciso di fermarsi e avanzare con le mani in alto. Una mossa decisiva per la nostra sopravvivenza».

Queste le parole di un tecnico bergamasco, (per ragioni di sicurezza non riportiamo la sua identità) da due anni in Egitto per un'azienda bergamasca e che è riuscito a scappare dai violenti scontri che in questi giorni infiammano l'Egitto. Rientrato a casa lunedì 31 gennaio, con un volo della Egypt Air, «l'unica compagnia che al momento vola dal Cairo», ha voluto raccontare la sua tragica esperienza.

«Il momento più difficile è stato il viaggio dai sobborghi di Alessandria, dalla casa in cui vivevo, all'aeroporto del Cairo - spiega il tecnico, ancora sotto choc -. Eravamo una decina di italiani, tutti dipendenti della ditta bergamasca che ha una fabbrica appena fuori Alessandria, accompagnati da una persona di fiducia, egiziana, che ci ha portati fino all'aeroporto».

«Non avevamo una scorta, nessun appoggio dal Consolato italiano, che si è limitato a darci i numeri di telefono dell'Unità di crisi della Farnesina. Non ho mai vissuto un'esperienza simile prima, ma mi aspettavo maggior sostegno dal Consolato. Non sapevamo cosa fare, ci hanno abbandonato, è stato disarmante».

Leggi di più su L'Eco di martedì 1° febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA