Salute in Lombardia, il Pd all'attacco:
servono più prevenzione e vaccinazioni

Serve più medicina territoriale e più partecipazione dei medici di base per assicurare prevenzione all'utenza lombarda. A dichiararlo sono i consiglieri del Pd della Commissione Sanità del Pirellone

Serve più medicina territoriale e più partecipazione dei medici di base per assicurare prevenzione all'utenza lombarda: nella regione dell'eccellenza ospedaliera quale è la Lombardia si fa troppa poca prevenzione e a dimostrarlo sarebbero le statistiche e il confronto con le altre regioni italiane. A dichiararlo sono i consiglieri del Pd della Commissione Sanità del Pirellone che hanno dichiarato: «Se le Asl sono diventate degli enti amministrativi e hanno perso il contatto con il territorio, questo contatto deve essere ristabilito da una rete che comprenda i medici di medicina generale che devono fare da anello di congiunzione tra il paziente e i protocolli di prevenzione, i pediatri di libera scelta e gli ospedalieri».

«In provincia di Bergamo – ha aggiunto il consigliere Mario Barboni – la prevenzione gioca un ruolo cruciale, trattandosi di una delle provincie italiane con il più alto tasso di mortalità per tumore». Secondo i politici del Pd le adesioni agli screening e alle vaccinazioni sono in generale molto al di sotto delle performance delle altre regioni italiane. «Non è sufficiente raggiungere un'alta percentuale di pazienti tramite lettera per favorire un'alta adesione agli screening ma, come per altro nelle regioni più virtuose, occorre sviluppare un'informazione più capillare e strategie di sensibilizzazione importanti per evitare poi un improprio ricorso alle strutture ospedaliere e alle prestazioni a pagamento - spiega il Pd -. Ne è un esempio il 55% di adesioni allo screening del carcinoma mammario a fronte di un target individuato e raggiunto del 93% delle donne (in Veneto la percentuale sale 66,4%), che in provincia di Bergamo arriva al 64,5%. O peggio il dato di adesione allo screening del carcinoma rettale uguale al 38,6% (in Veneto la percentuale sale a 62,2%), che in provincia di Bergamo raggiunge il 48%».

A fronte di questi dati, sempre secondo il Pd, «il Piano però non si pone l'obiettivo dell'incremento delle adesioni, ma si limita a considerare un obiettivo di miglioramento il mantenimento delle percentuali attualmente attestate».

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