I motociclisti sui sentieri:
«Così tuteliamo la montagna»

Moto e montagna non sono incompatibili, anzi i motociclisti sono una risorsa per le Orobie. È questa la posizione espressa da Paolo Sesti, presidente della Federazione motociclistica italiana, riguardo al recente intervento critico del Club Alpino Italiano sugli escursionisti motorizzati.

Moto e montagna non sono incompatibili, anzi i motociclisti sono una risorsa per le Orobie. È questa la posizione espressa da Paolo Sesti, presidente della Federazione motociclistica italiana, riguardo al recente intervento critico del Club Alpino Italiano sugli escursionisti motorizzati. «Salvaguardare il patrimonio della montagna e la sua rete sentieristica – spiega Sesti – è uno degli obiettivi prioritari per i Motoclub, affiliati alla Federazione motociclistica italiana, allo scopo di promuovere il turismo naturalistico, storico culturale, rurale e agroalimentare in piena sinergia con l'ambiente così come viene promosso dal Cai».

Sesti ricorda che nella Bergamasca vengono organizzati numerosi eventi sportivi e amatoriali che, con l'uso consapevole delle motociclette, portano un contributo all'economia della comunità locale. «Tale contributo positivo – afferma Sesti – però vede anche il mantenimento in vita della rete dei sentieri e delle mulattiere dovuto alla presenza delle escursioni motorizzate amatoriali che, prevalentemente, vengono effettuate sui tracciati più impervi e meno utilizzati dall'escursionismo pedonale. In moltissimi casi di questi particolari tracciati, senza la presenza dei motociclisti, se ne perderebbe la fruibilità, il ricordo e con essa anche la storia rurale del territorio che li ha visti nascere. Dal punto di vista della sicurezza si sono verificate situazioni in cui la presenza dei motociclisti è stata fondamentale per la salvezza di cercatori di funghi o di persone smarrite che sono state ritrovate prima che fosse troppo tardi».

Più sottile la questione sul fronte etico, ossia sulla maniera più corretta per avvicinarsi e apprezzare l'ambiente montano. Sesti fa notare che le arrampicate, i rifugi e gli impianti di risalita comportano l'impiego di combustibili fossili, mezzi a motore per avvicinarsi alla montagna e infrastrutture «che probabilmente sono molto più incisive sull'ambiente montano rispetto all'escursionismo motorizzato». Da qui la riflessione che «un uso indiscriminato del mezzo a motore può essere critico, infatti questa Federazione sta attivando iniziative specifiche finalizzate alla mitigazione di possibili impatti derivanti dall'attività motociclistica su viabilità a fondo naturale. Obiettivo prioritario è perciò la riduzione delle emissioni dei mezzi a motore».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 7 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA