Anmil, triplicati gli incidenti
delle donne sul tragitto casa-lavoro

Nella Bergamasca sono stati 4.332 i casi di incidenti femminili sul lavoro registrati nel 2008. Allarmante la crescita degli incidenti stradali che vedono vittime le donne durante il tragitto casa-lavoro, che dal 6,7% del 2008 sono quasi triplicati arrivando al 16,7%.

In occasione della giornata della donna l'Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) fa il punto della situazione sulla sicurezza e la tutela delle donne nel mondo del lavoro. A definire un quadro della condizione femminile l'Inail, che in sinergia con l'associazione a tutela della salute dei lavoratori, ha elaborato i dati relativi all'arco di tempo che va dal 2007 al 2009.

Nell'intera provincia bergamasca sono stati 4.332 i casi di incidenti femminili sul lavoro registrati nel 2008, rispetto alla regione Lombardia in cui si attestano 41.492 casi. Allarmante la crescita degli incidenti stradali che vedono vittime le donne durante il tragitto casa-lavoro, che dal 6,7% del 2008 sono quasi triplicati, arrivando al 16,7% (dal 2008 al 2007 si era invece evidenziato un calo, passando dal 10,7% al 6,7%). Una tendenza in negativo che va contro quella lombarda, dove dal 2008, con il 15.7%, al 2009, con il 10.8%, si è registrato un miglioramento.

Quando si tratta di rischio stradale, sono le donne ad esserne maggiormente colpite: «L'ammodernamento del mondo del lavoro – spiega la direttrice Inail Maria Aurelia Lavore – ha portato un cambiamento a livello nazionale con un movimento maggiore per raggiungere il luogo di lavoro. Nel “rischio strada” oggi vengono inclusi sia gli infortuni di chi lavora utilizzando la strada come gli autotrasportatori, sia quelli di chi percorre la strada per raggiungere il posto di lavoro. E le donne si infortunano di più rispetto agli uomini per quanto riguarda gli incidenti stradali durante il tragitto strada-lavoro». Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro denunciati dalle donne nel 2009, il dato bergamasco si attesta sul 22% rispetto al 28% della media lombarda e al 28,2% di quella italiana. Inferiore al dato regionale e nazionale anche quello che si riferisce alle malattie professionali: il 23% contro il 32% in Lombardia e il 28,2% sull'Italia.

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