Il racconto di una bergamasca a Tokyo:
«Grande autocontrollo tra i giapponesi»

«Durante il sisma mi trovavo a scuola - racconta la studentessa bergamasca di 27 anni, Mariacristina Bresciani -. Ci siamo messi sotto i tavoli, come prevede la procedura di sicurezza, pensando alle solite scosse. Poi ci siamo resi conto che la situazione era ben più grave».

«Al momento, non si segnalano vittime straniere» nelle cinque prefetture giapponesi più colpite dal terremoto/tsunami: Iwate, Miyagi, Fukushima, Ibaraki e Aomori. Lo conferma la Farnesina, pur precisando che comunque «non si può escludere una tale eventualità a seguito dei riscontri che saranno effettuati dalle autorità locali».

Con una nota di aggiornamento sulla crisi, il ministero assicura che l'ambasciata d'Italia a Tokyo continua a operare a pieno ritmo, in costante contatto con il governo locale, per monitorare l'emergenza. Prosegue anche l'attività della sala operativa dell'Unità di Crisi a Roma che raccoglie le richieste di informazioni da parte di familiari dei connazionali non ancora contattati.

A Tokyo la situazione ora pare sotto controllo anche se continuano le scosse di assestamento e ci sono ancora alcune interruzioni nella rete elettrica e in quella telefonica. Il giorno dopo il terribile sisma, la città pare aver ripreso il suo regolare tram tram. «Durante il sisma mi trovavo a scuola - racconta la studentessa bergamasca di 27 anni, Mariacristina Bresciani -. Ci siamo messi sotto i tavoli, come prevede la procudura di sicurezza pensando alle solite scosse che qui capitano regolarmente. Poi ci siamo resi conto che la situazione era ben più grave». Mariacristina, il giorno dopo il sisma, non è tornata a scuola: «Il popolo - racconta - sta dimostrando un grande autocontrollo e oggi la vita è ripresa tra il lavoro e la quotidianità. Della paura nucleare qui i media ne parlano poco...».

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