Di un uomo il dna sulla batteria
Svolta nelle indagini su Yara

Svolta nelle indagini. Dalle analisi effettuate su quanto scoperto sul corpo si tratterebbe di un dna maschile, di un uomo sconosciuto alla polizia e ai carabinieri, quello trovato sulla batteria del cellulare della ragazzina, rimasta nel giubbotto della giovane fino al ritrovamento del cadavere.

Svolta nelle indagini. Gli inquirenti avrebbero ora in mano una traccia che potrebbe essere determinante per le indagini sull'omicidio di Yara. Dalle analisi effettuate su quanto scoperto sul corpo si tratterebbe di un dna maschile, di un uomo sconosciuto alla polizia e ai carabinieri, quello trovato sulla batteria del cellulare della ragazzina, rimasta nel giubbotto della giovane fino al ritrovamento del cadavere.

Le indiscrezioni sulle tracce biologiche sono state chiarite negli ultimi giorni: le due tracce biologiche, una maschile e l'altra femminile, non erano entrambe sui guanti della giovane ginnasta. Quella femminile era sui guanti, l'altra sulla batteria del cellulare, un oggetto che nei giorni precedenti la scomparsa Yara e i suoi familiari non avevano mai toccato. E in quella traccia isolata dalla polizia scientifica gli inquirenti ripongono parecchie speranze.

Il problema è che il codice genetico isolato non trova riscontro nei database di polizia e carabinieri e nemmeno nella quarantina di Dna isolati durante le indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio. Tutto è quindi affidato ai rilievi scientifici, anche se non si può dimenticare la complessità degli accertamenti medico-legali che deriva essenzialmente dal fatto che «parliamo di un cadavere che non dimentichiamo è stato esposto per tre mesi alle intemperie». A dirlo gli inquirenti che sono convinti che Yara sia stata abbandonata in quel campo incolto nelle immediatezze della sua uccisione, probabilmente il giorno stesso della sparizione. A confermarlo, oltre agli esiti degli esami scientifici sull' humus del punto esatto in cui è stato trovato il corpo di Yara, sarebbero anche i resti di cibo trovati nello stomaco durante l'autopsia. Un particolare importante, questo, per gli investigatori, che conoscono cosa la tredicenne ha mangiato, e a che ora, quel 26 novembre, prima di sparire, intorno alle 18.30, dopo essere uscita dal centro sportivo di Brembate Sopra. E in rapporto al processo digestivo riterrebbero compatibile la morte con quelle prime ore successive.

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