Lotta alle infiltrazioni mafiose
Bonacina: «Si tenga alta la guardia»

Il presidente della Banca di Credito cooperativo di Treviglio Gianfranco Bonacina lancia l'allarme: «Le grandi infrastrutture stanno diventando una realtà concreta, ma l'afflusso di denaro porta il radicamento della criminalità organizzata».

«La soddisfazione che si avverte nel constatare che le grandi infrastrutture stanno diventando sul nostro territorio una realtà concreta è in parte offuscata dalla consapevolezza che il conseguente afflusso di enormi quantità di denaro, porterà, anzi sta già portando, il radicamento della criminalità organizzata anche in questa nostra Bassa fino a ieri immune da questo cancro».

Questo l'allarme lanciato dal presidente della Banca di Credito cooperativo di Treviglio Gianfranco Bonacina. Un allarme che fa eco a quello lanciato dalla direzione nazionale antimafia che parla di una Lombardia «colonizzata» dalla 'Ndrangheta «sempre più aggressiva» nel mercato lombardo degli appalti.

La Bergamasca non è stata finora terra immune alle infiltrazioni mafiose. Come affermato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, in una conferenza organizzata all'Università Statale di Milano dall'associazione antimafia «Libera», «nelle province di Bergamo, Milano e Brescia, fra il 2004 e il 2009, si sono concentrate i quattro quinti delle denunce per associazioni a delinquere». Il timore ora è che con l'arrivo delle grandi infrastrutture e quindi di grandi interessi economici (Brebemi, linea ferroviaria Alta velocità Alta capacità, Pedemontana e l'Ipb) gli sguardi della 'Ndrangheta o di altre organizzazioni mafiose si rivolgano ancora di più alla pianura bergamasca e alla Bassa. Da qui la preoccupazione di Bonacina che ha già inviato ai dirigenti delle numerose filiali della Bcc di Treviglio sparse in tutta la Bergamasca una comunicazione interna in cui invita a tenere alta l'attenzione e a verificare in modo puntiglioso che ogni movimentazione di denaro avvenga nel pieno rispetto della legalità.

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