Trescore, non rubò le scarpe:
assolto il comandante dei vigili

Assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste: Gian Maria Rossetti, 37 anni, accusato di peculato, falso e minaccia quando era comandante della polizia locale di Trescore, è stato scagionato dalla Corte d'appello di Brescia.

Assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste: Gian Maria Rossetti, 37 anni, accusato di peculato, falso e minaccia quando era comandante della polizia locale di Trescore e per questo condannato in primo grado a due anni (pena sospesa), è stato scagionato dalla Corte d'appello di Brescia, che ha ribaltato la sentenza precedente.

A darne notizia il difensore, avvocato Valeriano Coltro di Brescia: «Questa assoluzione porta a credere che i due denuncianti non siano stati ritenuti attendibili e mette la parola fine a due anni di calvario. Ci si poteva arrivare anche in primo grado».

Secondo quanto contestato dall'accusa l'ufficiale a marzo del 2009 avrebbe fatto sparire due paia di scarpe «Hogan» dalla merce sequestrata a un venditore abusivo senegalese, invitando anche una vigilessa ad approfittarne e, di fronte al suo rifiuto, minacciandola.

Lei, Tiziana Pecis, insieme a un collega, Giambattista Rondini, aveva denunciato tutto alla Procura, dando così via all'inchiesta: il ritrovamento nella casa di Parma di Rossetti di un paio di scarpe analoghe a quelle in contestazione aveva poi dato supporto all'accusa.

Lui ha sempre spiegato che erano della suocera, e di non aver mai invitato la vigilessa ad appropriarsi della merce: oltretutto il numero non combaciava, visto che quelle sequestrate al senegalese erano un 36 e quelle ritrovate un 37.

Si sarebbe trattato quindi di un complotto ai suoi danni (a dicembre 2010 contro di lui anche un volantinaggio a Trescore, per cui pende denuncia per diffamazione). «Sono molto arrabbiato per quanto ho passato – ha commentato Rossetti –. Mi auguro solo che nessuno debba mai percorrere un iter come questo».

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