Bocia, finito il divieto di dimora
Quando c'è l'Atalanta resta in casa

L'«esilio» per il «Bocia» è terminato. Il divieto di dimora nella Bergamasca è stato sostituito con l'obbligo di dimora a Bergamo e il divieto di lasciare casa da mezzogiorno a mezzanotte quando al Comunale gioca l'Atalanta.

L'«esilio» per il capo della Nord, Claudio «Bocia» Galimberti, è terminato venerdì mattina 1° aprile, quando alla cancelleria del tribunale di Brescia è stata depositata l'ordinanza con cui il Riesame ha modificato la misura cautelare. Il divieto di dimora nella Bergamasca è stato sostituito con l'obbligo di dimora a Bergamo città e il divieto di lasciare l'abitazione da mezzogiorno a mezzanotte nelle giornate in cui al Comunale gioca l'Atalanta (anche in amichevole).

«Ci sembrava la misura più adeguata e il tribunale ci ha dato ragione», commenta l'avvocato Andrea Pezzotta. È stato lui, il legale del leader ultrà, a confezionarla, proponendola nell'appello al Riesame dopo che il gip Alberto Viti e il pm Carmen Pugliese avevano respinto la richiesta di revoca dell'«esilio».

Il «Bocia» può così rientrare a Bergamo, dopo che per quasi due mesi era stato costretto alla giostra dell'ospitalità presso amici (Trentino, Spagna, Crema). Il divieto di dimora era scattato l'8 febbraio scorso, nell'ambito dell'indagine sugli scontri della tifoseria nerazzurra. Un fascicolo che contempla, oltre ai soliti reati da stadio, anche quello più grave di associazione per delinquere.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 2 aprile

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