Porta sud, società spaccata
E il futuro è da reinventare

Porta Sud si fa in quattro. Con tanti punti interrogativi. Dopo il taglio drastico al capitale sociale (da 838 mila 371 a 247 mila euro), ai componenti del Cda e dei loro compensi, ora scatta una fase teoricamente operativa ma assai ricca d'incognite.

Porta Sud si fa in quattro. Con tanti punti interrogativi. Dopo il taglio drastico al capitale sociale (da 838 mila 371 a 247 mila euro), ai componenti del Cda e dei loro compensi, ora scatta la fase 2, quella teoricamente operativa ma ricca d'incognite. Domani l'assemblea dei soci potrebbe dare un primo assenso di massima al nuovo modello operativo, che di fatto garantisce la sopravvivenza della società che avrebbe dovuto coordinare la trasformazione dell'area dello scalo merci.

All'intera operazione manca l'intervento che funga cioè da start up per la trasformazione dell'area. Doveva essere la nuova sede della Provincia, per la quale l'amministrazione di Valerio Bettoni aveva bandito tanto di concorso internazionale, vinto dall'archistar Arata Isozaki. Quella guidata da Ettore Pirovano l'ha messa nel cassetto, causa casse esangui. E  contrarietà sul piano politico

Palafrizzoni, e non solo, hanno cercato di convincere in ogni modo Via Tasso, persino predisponendo un'ipotesi di leasing teoricamente sostenibile, ma invano. Ora c'è la realtà di una società spaccata in due: da un lato Comune e Camera di Commercio convinte dell'operazione, dall'altra Sistemi Urbani (società del gruppo ferrovie) e Provincia scettiche ma comunque ancora della partita.

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