Muore l'indiano senzatetto:
viveva nel portico della chiesa

A Seriate era una presenza discreta: se n'è andato allo stesso modo. Mercoledì mattina, poco dopo le 7, si è accasciato a terra e ha perso i sensi, nel porticato della chiesa del Buon Consiglio a Seriate, dove spesso aveva trovato rifugio.

A Seriate era una presenza discreta: se n'è andato allo stesso modo. All'improvviso, mercoledì mattina poco dopo le 7, si è accasciato a terra e ha perso i sensi, nel porticato della chiesa del Buon Consiglio a Seriate, dove spesso aveva trovato rifugio negli ultimi mesi, quando il freddo prendeva il sopravvento e per lui, Hardev Singh, indiano di 39 anni, regolare in Italia, non c'erano altri luoghi di riparo.

Quel porticato l'aveva condiviso per qualche mese con il suo connazionale Joirgender Singh, che ha avuto un destino migliore: sognava di tornare nella sua patria e, per questo, a gennaio era stato arrestato. Un arresto «programmato», si potrebbe dire, per il clochard: clandestino, era stato infatti accusato di aver violato la Bossi-Fini. Dopo la condanna a 5 mesi e 10 giorni era stato portato in un centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Milano e poi, di fatto, rimpatriato.

A stroncare la vita di Hardev Singh è stato un malore, forse un infarto, causato probabilmente dalle sue già precarie condizioni di salute: il personale del 118, subito chiamato dal viceparroco, non ha potuto far altro che constatare la morte.

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