Profughi, previsti nuovi arrivi
La Provincia chiede chiarezza

Non hanno rispettato le regole di convivenza e sono stati allontanati, dopo vari richiami, da Villa Amadei. È accaduto a quattro dei 51 tunisini ospiti dei centri di accoglienza della Caritas diocesana bergamasca in via San Bernardino 77.

Non hanno rispettato le regole di convivenza e sono stati allontanati, dopo vari richiami, da Villa Amadei. È accaduto a quattro dei 51 tunisini ospiti dei centri di accoglienza della Caritas diocesana bergamasca in via San Bernardino 77.

Orari di ingresso e uscita, accesso alla mensa e uso degli spazi comuni, ma anche alcune semplici norme di buon senso da seguire nelle stanze private (come non far salire nessuno di esterno e non chiudersi a chiave in camera per ragioni di sicurezza). Tutte regole che vengono poste e concordate fin dall'inizio per rendere la convivenza più semplice e rispettosa di tutti gli ospiti. Per chi non si adegua, scattano i richiami e in un'ultima istanza anche l'allontanamento. Una misura estrema adottata con quattro dei tunisini giunti da Lampedusa a metà aprile.

Intanto l'emergenza non è finita e sono attesi nuovi arrivi: per questo sono in corso una serie di incontri a Milano e nelle province da parte di Roberto Giarola, figura individuata dal Commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, Franco Gabrielli, per identificare le destinazioni dei profughi sul territorio lombardo.

Proprio per giovedì pomeriggio sarebbe stato convocato un incontro con i sindaci nella sede della Provincia. «Un incontro – chiarisce però il presidente Ettore Pirovano ai sindaci in una lettera – su cui non c'è stata nessuna condivisione con la Provincia da parte di chi l'ha convocata (ovvero la presidenza del consiglio dei ministri e l'Anci). Meglio farla negli spaziosi uffici della Regione» incalza. Il riferimento è al fatto che il Pirellone, secondo Pirovano, si è chiamato fuori dalla gestione. Una gestione ricaduta sulla Protezione civile e quindi sulla Provincia senza che questa in realtà abbia le competenza per occuparsene.

Leggi di più su L'Eco in edicola martedì 17 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA