Emozioni e ricordi per Ricciardi
«Il mio sogno è educare alla legalità»

Ha ricordato le sue esperienze passate a Bergamo e si è detto emozionato di essere ancora una volta in azione nella nostra città. Il questore Ricciardi, durante la Festa della Polizia, si è rivolto ai cittadini: «La presenza di oggi – ha detto – dimostra la solidarietà e il sostegno che ci accompagnano ogni giorno».

«Non vi nego l'emozione: questo splendido Palazzo è stato la prima sede della Questura di Bergamo fino alla fine degli anni Ottanta. Proprio qui ho vissuto gli anni iniziali in Polizia e adesso sono qui, a pochi mesi dal mio ritorno a casa, perché Bergamo è la mia casa, nelle vesti di questore». Un amarcord particolarmente toccante quello che ha dato il via all'intervento del questore Vincenzo Ricciardi nel 159° anniversario della fondazione della Polizia di Stato.

Rievocati i trascorsi a Bergamo, sia pure con funzioni differenti, il questore si è poi rivolto ai cittadini nel suo discorso ufficiale: «La presenza di oggi – ha detto – dimostra la solidarietà e il sostegno che ci accompagnano ogni giorno nello svolgimento del nostro non facile lavoro». Ricciardi ha avuto parole di ringraziamento per i poliziotti in servizio alla questura: «Vi sono riconoscente per la vostra professionalità che puntualmente dimostrate e, al tempo stesso, sono grato alle vostre famiglie che condividono questo lavoro non sempre compreso, non sempre puntualmente gratificato».

E ancora il questore ha evidenziato il problema-sicurezza insistendo sulla prevenzione: «La prevenzione, sfuggente e difficilmente misurabile rappresenta tutto ciò che il poliziotto è riuscito a non far succedere e quindi non è accaduto. La repressione, ad esempio, può riparare al danno subito senza, però, eliminarlo».

Il questore ha anche parlato della dolorosissima vicenda di Yara Gambirasio: «Il tragico episodio ci tocca profondamente e ci ricorda i limiti del nostro essere a servizio della sicurezza. Ci ricorda che dentro queste divise ci sono donne e uomini, madri e padri, non super eroi ma poliziotti in cerca di verità. Vi assicuro che le nostre energie sono rivolte a trovare risposte ai tanti perché. Agli autori del crimine dico: non ci fermeremo. Si tratta di una promessa che dobbiamo alla mamma Maura e al papà Fulvio».

Infine ha terminato con un messaggio ai giovani prendendo lo spunto da una frase di Thomas Edward Lawrence: «Il mio sogno, parlando dei giovani, è educare alla legalità, per vivere nella legalità, per imparare i vantaggi della legalità: sarà un sogno, ma mi piace credere sia realizzabile».

Arturo Zambaldo

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