«La festa atalantina? Troppo clamore»
Bomba carta, paura per bimbo di 4 anni

E' stata la festa dell'Atalanta, degli atalantini e di Bergamo. Ma non è piaciuta a tutti. Alcuni lettori hanno inviato la loro protesta lamentando qualche eccesso e prendendo le distanze soprattutto da certi comportamenti di tifosi e giocatori.

E' stata la festa dell'Atalanta, degli atalantini e della città di Bergamo. Ma non è piaciuta a tutti. Alcuni lettori hanno inviato la loro protesta al nostro sito lamentando qualche eccesso di troppo e prendendo le distanze anche da  certi comportamenti di tifosi e giocatori. Ecco alcune mail giunte alla nostra redazione.

Una famiglia di Albino racconta. «Dopo un giro in centro ed aspettando la festa dell'atalanta, ci siamo fermati su una panchina al parco vicino al teatro Donizetti, dove c'è il laghetto con gli anatroccoli. Eravamo in tre, oltre al sottoscritto, mia moglie e nostro figlio di quattro anni. Ci stavamo riposando un attimo e il bambino stava mangiando una pizzetta, io lo tenevo in braccio. Ad un certo punto, attorno alle 18.10, c'è stata un'esplosione, appena dietro la panchina in cui sedavamo, all'interno di un cespuglio, penso a meno di mezzo metro dalla nostra posizione. Ci siamo proiettati in avanti, penso una reazione per proteggere soprattutto il bambino, io mi sono voltato e nel cespuglio c'erano ancora i resti fumanti di una bomba carta. Siamo rientrati in strada un po' disorientati, io avevo l'udito offuscato, mia moglie non più sentiva nulla e aveva percepito un onda di calore sulla schiena. Ma la paura era soprattutto per il bambino che non avesse riportato qualche trauma all'udito. La gente attorno era molto sorpresa di quanto successo e molti ci hanno chiesto come stavamo consigliandoci di trovare un'ambulanza per fare un controllo. Non trovandola nei dintorni ci siamo rivolti a dei vigili urbani che hanno chiamato l'ambulanza. La serata l'abbiamo così conclusa al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti, come ha definito il dottore un pacchetto famiglia. Unica considerazione dell'accaduto, non è possibile che ci siano persone così vuote che non si rendono nemmeno conto del male che possono arrecare agli altri per un gesto così stupido ma molto pericoloso. Noi siamo stati fortunati, a parte l'udito offuscato e i vari controlli che dovremo fare nei prossimi giorni, perchè se la bomba cadeva ancora più vicino, magari i danni sarebbero stati ben altri. Domani sporgeremo denuncia contro ignoti, con la speranza che prima o poi queste persone vengano prese e paghino per quanto fatto e non possano più ripetere gesti sicagurati».


«Sarò l'unica voce fuori dal coro.
Durante una pubblicità durante il programma di papà e figlio Angela, Ulisse, ho pensato di vedere il popolo bergamasco in presa diretta, su Bergamo TV, nella notte calcistica più pubblicizzata degli ultimi anni. Le prime immagini mostravano la popolazione atalantina in piena gioia: figli in groppa, bandiere svolazzanti ed il senso d'appartenenza sportiva al di sopra di ogni altro impegno serale. Il mio stupore, anzi la mia vergogna di cittadino bergamasco, è stato il passaggio televisivo sul palco in Piazza Matteotti. Il presentatore chiamava per nome ogni giocatore, l'ovazione era doverosa; nella mia ignoranza calcistica non conosco i nomi di ogni calciatore ma sono rimasto basito dopo una dichiarazione di questo: -Siamo in A, sono felice perchè ho bevuto tanto-. Ho pensato che fosse veramente ubriaco, pur essendo un giocatore ormai della serie nobile del calcio italiano; ma non è finita, un altro richiamando uno slogan politico, con voce molto impastata, reclama il salto su se stesso per evitare di essere bresciano. Il top è l'idolo degli atalantini, Cristiano Doni, con sua figlia tra le braccia, iniziando il suo acclamato intervento cade dall'alto dei suoi anni con una parolaccia, poi di nuovo l'odiosa astiosità rivoltà ai vicini bresciani: - Noi giocheremo con il Milan, la Juve, l'Inter ora andate voi a Portogruaro-. L'intervento del Presidente Percassi è di ringraziamento, di promesse per il nuovo stadio; è agitato quanto i suoi giocatori. Si stappano bottiglie, la festa continua innalzando il tasso alcolico e l'odio negli stadi che da tempo si sta combattendo».

Un altro lettore contesta la dichiarazione di Doni «Noi in A, Brescia in B». «L'imbarbarimento culturale per una promozione - che tra l'altro l'Atalanta ha gia' conseguito svariate altre volte e festeggiato in maniera austera, normale - è roba che non ci deve appartenere».

Troppo clamore «Se penso alle immagini trasmesse sino a qualche giorno fa dai media di tutto il mondo riguardanti il pullmann scoperto che porta festanti i giocatori del Milan (vittoria dello scudetto), del Real Madrid ( vittoria della coppa del re) e che porterà il Barca o il Manchester (vittoria della Coppa dei Campioni), e poi penso al bus nerazzurro di oggi pomeriggio, vengo assalito da una certa tristezza…. Non per l'Atalanta, intendiamoci, la quale ha ben fatto il suo dovere in un campionato ancor più modesto della già mediocre serie A (che è tutto dire), ma che per il clamore e la pompamagna data a questa festa che di pomposo, sinceramente, non aveva nulla da ricordare (soprattutto se penso ai cinquanta campionati di serie A cui ha già partecipato). Non mi ricordo di un evento del genere nemmeno quando al Comunale giocava l'Atalanta con la “A” maiuscola. Non ricordo un evento del genere nemmeno quando si giocava in Coppa o si andava a Torino a vincere contro la Juve».

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