Sgominata banda «gomma bucata»
Contatti con finanziatori del terrorismo

Erano in contatto con alcuni algerini arrestati a Bergamo dal Gico nel 2009 per una serie di reati contro il patrimonio, i cui proventi sarebbero finiti a finanziare un gruppo terroristico salafita, i nordafricani finiti in manette in queste ore a Milano.

Erano in contatto con alcuni algerini arrestati a Bergamo dal Gico nel 2009 per una serie di reati contro il patrimonio, i cui proventi sarebbero finiti a finanziare un gruppo terroristico salafita, i nordafricani finiti in manette in queste ore a Milano.

Duecento colpi accertati che hanno fruttato almeno un milione di euro. Questa l'accusa che ha portato all'esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 22 cittadini algerini e un italiano al termine di otto mesi di inchiesta degli agenti del commissariato Mecenate di Milano su un'organizzazione criminale dedita a principalmente ai furti, ma anche alle rapine, alla ricettazione e all'uso indebito di carte di credito e possesso di documenti falsi.

Al momento gli agenti hanno eseguito 12 provvedimenti, tutti per associazione a delinquere, tra cui uno nei confronti di un 70enne commerciante italiano che metteva a disposizione dei complici il suo negozio di abbigliamento di piazza Gobetti per spendere il denaro con le carte di credito rubate.

Altre 27 persone, fiancheggiatori e prestanome, risultano indagate e nel corso dell'indagine sono state arrestate in flagranza altre 18 persone. I provvedimenti sono stati chiesti dal Pm Maria Letizia Latella e disposti dal Gip Giuseppe Gennari di Milano.

Quella sgominata era un'organizzazione ben strutturata composta da veri e propri professionisti, pluripregiudicati tra i 30 e i 45 anni, quasi tutti irregolari in Italia, che aveva la sua base operativa nel popolare quartiere di Ponte Lambro a Milano ma che aveva solidi contatti con connazionali presenti in Austria, Francia, Belgio, Olanda, oltre che naturalmente in Algeria.

«Cellule» internazionali, che operavano nello stesso modo, e che mandavano in Italia la merce rubata e in Olanda e Belgio i gioielli. Un flusso sul quale gli agenti continuano ad indagare. In particolare, gli inquirenti e gli investigatori, vogliono capire se queste «cellule» inviassero una sorta di "colletta" periodica di alcune decine di migliaia di euro ad alcuni algerini residenti in Austria e gravitanti intorno ad una moschea.

L'indagine è partita nel giugno 2009 dagli accertamenti su una serie di furti compiuti con il consolidato trucco della «gomma bucata» commessi ai danni di facoltosi imprenditori e manager stranieri di passaggio a Milano per affari in vista dell'Expo 2015. Le diverse batterie in cui era divisa la banda individuava le vittime fuori dai grandi alberghi o dai padiglioni della Fiera di Milano, poi le seguiva e bucava la gomma della loro auto con un coltellino quando erano ferme ai semafori o nei parcheggi.

A questo punto la stessa persona che aveva bucato la gomma, si offriva di aiutare a cambiarla distraendo il conducente, mentre un complice «ripuliva» l'auto. In due diverse occasioni, con questa tecnica, i ladri hanno rubato una borsa con 200mila di euro di gioielli all'anziana moglie di un professore universitario e 12 francobolli tedeschi del 1945 di grande valore.

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