Digerire rifiuti per produrre energia
A Grone una centrale «anaerobica»

La «Val Cavallina Servizi» intende realizzare a Grone una centrale per smaltire i rifiuti e, contestualmente, produrre energia elettrica e calore. Si tratta di un impianto che funzionerà con una tecnologia modernissima, denominata «digestione anaerobica».

L'emergenza energetica è tornata in primo piano in tutto il Paese. E per «Val Cavallina Servizi srl», la società che ha sede a Casazza e che 15 anni fa ha iniziato il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta in tutta la valle - si traduce nel riutilizzo dei rifiuti: un costo quando vanno smaltiti, ma che possono trasformarsi in una risorsa energetica.

Prendendo, di fatto, due piccioni con una centrale, che la società guidata da Enrico Agazzi intende realizzare a Grone per smaltire i rifiuti e, contestualmente, produrre energia elettrica e calore.

Si tratta di un impianto che funzionerà con una tecnologia modernissima, denominata «digestione anaerobica», che sfrutta, per produrre biogas, calore e fertilizzante, i rifiuti umidi che «Val Cavallina Servizi» raccoglie in 29 Comuni bergamaschi. Non è un inceneritore e non è una centrale a biomasse tradizionale, di quelle cioè che bruciano legname: è più simile a un enorme «intestino» capace di digerire i rifiuti.

L'impianto avrà una potenza di 700 Kw e sarà in grado di produrre ogni anno cinque megawattora di energia elettrica, sufficienti per esempio a soddisfare il fabbisogno energetico di 1.300 famiglie.

L'investimento iniziale per l'opera è oneroso: quasi sette milioni. Due le cordate in campo.

Ma la «Val Cavallina Servizi» vuol incentivare la produzione e l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili (e ridurre così le emissioni di anidride carbonica) anche attraverso l'utilizzo del fotovoltaico sugli edifici pubblici e dell'energia idroelettrica con la realizzazione di tre piccole centraline idroelettriche lungo il corso del Cherio.

E la Val Cavallina bussa all'Europa per ottenere i fondi necessari a realizzare le tre centraline idroelettriche (circa 200.000 euro l'una la stima dei costi) lungo il corso del fiume Cherio, per sfruttare l'energia dell'acqua. L'idea di massima è di posizionare le piccole infrastrutture, di basso impatto ambientale, tra Bordo di Terzo e Grone, a Casazza e a Entratico.

Altra richiesta all'Ue, un impianto fotovoltaico sul tetto dell'«Housing sociale» (stima dei costi, 40.000 euro) che il Consorzio sta realizzando a Vigano San Martino.

Leggi le due pagine che L'Eco in edicola mercoledì 8 giugno ha dedicato al tema

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