I garibaldini liberano Bergamo
La rievocazione in Porta Garibaldi

Otto gigno 1859, Garibaldi e i garibaldini liberano la città di Bergamo, la città dei Mille, dall'invasore austriaco. La suggestiva rievocazione di quello storico giorno si è svolta in Porta Garibaldi. E' stato il Gab a presentare la rievocazione.

Era una data pressoché dimenticata ma non certo secondaria nella storia di Bergamo: all'alba dell' 8 giugno 1859, Giuseppe Garibaldi alla testa dei suoi “Cacciatori delle Alpi”, entrava in Bergamo attraverso Porta San Lorenzo (in seguito dedicata allo stesso Garibaldi) e poneva definitivamente fine al dominio austriaco sulla nostra città. Un episodio, sia pure secondario, della seconda guerra di indipendenza, che è stato fatto rivivere per iniziativa del Gruppo Archeologico Bergamasco. Il presidente Paolo Moschini ha chiamato a raccolta da mezza Lombardia alcuni gruppi di figuranti per un carosello storico che ha fatto rivivere l'episodio, sia pure in modo un po' romanzato per renderlo più spettacolare.

Tra le 11 e mezzogiorno, con il traffico bloccato lungo via Maironi da Ponte, Giuseppe Garibaldi (alias Fabiano Facchetti del gruppo teatrale Lavori in corso) ha guidato i suoi “cacciatori” verso Porta San Lorenzo, chiusa e vigilata dalla guarnigione austriaca. Mentre dallo spalto detto “della montagnetta” un cannone faceva partire colpi assordanti che han fatto piangere diversi bambini-spettatori, il gruppo dei Cacciatori delle Alpi, ai quali si sono unite alcune “camicie rosse” (falso storico, perché questa divise sarebbero apparse solo un anno dopo, con la spedizione dei Mille), dava l'assalto alla porta, ingaggiando una battaglia con la truppa austriaca prima a colpi di fucile e poi all'arma bianca. Lentamente i soldati austriaci, sconfitti, si sono ritirati verso lo spalto a difesa del cannone ma alla fine han dovuto arrendersi.

Per arricchire lo spettacolo – ma il particolare non è storico – si è proceduto seduta stante alla fucilazione dei due militari responsabili del cannoneggiamento. Nel pomeriggio la seconda parte della rievocazione con l'assalto alla caserma nell'ex convento di Sant'Agostino, dove gli austriaci si erano ritirati per l'ultima difesa.

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