Casazza, sotto il supermercato
i resti di un insedimento romano

Era il 1992 quando sui prati di Casazza, a fianco della statale 42, si cominciarono gli scavi per un nuovo supermercato che portarono alla luce un antico insediamento di epoca romana. Da allora il problema è sempre stato: cosa farne? Finora nessuna risposta.

Era il 1992 quando sui prati di Casazza, a fianco della statale 42, si cominciarono gli scavi per un nuovo supermercato che portarono alla luce un antico insediamento di epoca romana. Da allora il problema è sempre stato: cosa farne? la Sovrintendenza non aveva i soldi per tutelare, valorizzare e mettere in sicurezza l'area archeologica.

Il supermercato è andato avanti, cambiando il progetto delle fondazioni, per non interferire troppo con il mosaico degli edifici che documentano l'epoca in cui Casazza era un importante centro di vita lungo l'antica Via Valeriana che collegava Roma alla Valcamonica e al Nord Europa. Ora la proprietà del supermercato ha abbassato il prezzo di cessione dell'area e il Comune - a guida Pdl-Lega - si è detto interessato all'acquisizione, ma solo se arriva un bando regionale che finanzia, almeno in gran parte, l'acquisto del sito archeologico.

Diego Ambrosini, amministratore delegato del Gruppo Ambrosini, è possibilista: si potrebbe arrivare all'accordo «Adesso siamo davvero molto scesi con il prezzo. Non voglio dire cifre, ma rispetto alla richiesta iniziale diciamo che siamo al 25% di quello chiesto qualche anno fa, che era il valore effettivo dell'area». Nei giorni scorsi Ambrosini ha incontrato l'assessore ai Lavori pubblici, Claudio Gottini, per riavviare le trattative.

«L'amministrazione è interessata – spiega –, ma deve fare i conti con le magre risorse economiche. Ci dicono che sarebbe in dirittura d'arrivo un bando regionale per l'acquisto di aree archeologiche. Se si riuscisse a intercettarlo e se la copertura economica fosse buona, il Comune potrebbe metterci un po' del suo per portare a termine l'acquisizione. Certo è che anche nella nostra maggioranza ci sono sensibilità diverse, quindi se dobbiamo fare una scala di priorità, non è facile mettere tutti d'accordo».

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