Un'altra lettera su giovani e lavoro

Ecco un'altra lettera dopo la pubblicazione della storia della laureata-cameriera.

«Non condivido l'irritazione del signor Capozzi per gli aggettivi usati dalla ventiseienne costretta a fare la cameriera. Io interpreto i tre aggettivi in modo molto diverso, e più benevolo per la ragazza. "Misero" è quello meno controverso : con un lavoro in nero per qualche sera alla settimana NON si può (soprav)vivere autonomamente, e questo crea moltissima frustrazione in un giovane. "Umiliante" lo può capire benissimo chi si trova da "inferiore" a dover servire degli arricchiti ignoranti e presuntuosi (i "vip" dei nostri tempi), di cui purtroppo i nostri tempi (e la nostra città) pullulano ogni anno di più. Queste persone ti fanno pesare il loro successo, i loro soldi, ti guardano attraverso come se non ci fossi, e sempre pretendono di avere a che fare con un cane scodinzolante davanti alle loro pretese e fisime, perché loro "pagano". Siamo d'accordo che il cliente ha sempre ragione, ma non deve dimenticarsi di avere a che fare con persone e non con macchinette "di servizio".

"Inutile" si può spiegare con la percezione che tale lavoro non porti alla ragazza nessun "incremento di competenze" utile nelle sue ricerche future. A parer mio è anche l'unico veramente sbagliato dei tre, ma è dettato dall'amarezza. Insomma, nello sfogo io non leggo nessun disprezzo della professione di cameriera, ma una vera e propria denuncia di come le cameriere sono trattate, questo sì. Potrei solo suggerire alla ragazza, visto che una certa esperienza nel lavoro di cameriera se lo è fatto (bene o male), di andarsene a Londra, come inizio a fare la cameriera. Almeno imparerà bene l'inglese, e di sicuro avrà opportunità (magari non nel campo delle lettere classiche, ma le avrà) di migliorare e sistemarsi. Qui c'è la quasi certezza di restare cameriera in nero a vita, o meglio fino a che non sarà stata giudicata troppo vecchia per farlo, e quindi messa nel ripostiglio. A ventisei anni vale la pena di provare a togliersi di dosso questo paese imbalsamato e senza futuro».

Un lettore

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