A Dalmine si ricorda il 1944
La città prima e dopo: il video

«Il bombardamento alla Dalmine fu una tragedia che colpì il nostro paese e i comuni vicini, il cui ricordo è ancora vivido». Il sindaco di Dalmine, Claudia Maria Terzi, ricorda il bombardamento alla città avvenuto il 6 luglio del 1944. Oggi le celebrazioni.

«Il bombardamento alla Dalmine fu una tragedia che colpì il nostro paese e i comuni vicini, il cui ricordo è ancora vivido negli occhi di molti. Ancora oggi, a distanza di anni, le emozioni che ci fa provare sono intatte». Con queste parole il sindaco di Dalmine, Claudia Maria Terzi, ricorda il bombardamento alla città avvenuto il 6 luglio del 1944.

Sono trascorsi 67 anni da quel tragico giovedì, una data che gli abitanti di Dalmine non potranno mai dimenticare, costata la vita a 278 persone e con un bilancio di oltre 800 feriti. Le bombe, lanciate dall'offensiva aerea alleata alle 11 del mattino, colpirono la città di Dalmine e in particolare lo stabilimento.

Senza alcun preavviso: non ci fu nemmeno il tempo di correre nei rifugi antiaerei: la sirena d'allarme rimase muta. La fabbrica della Dalmine, in cui venivano prodotti teste di siluri, corpi tubolari per i panzer Faust e accessori per i missili V1 e le V2, punti di forza per l'industria tedesca, subì gravi danni.

Tutte le strutture più importanti dello stabilimento furono distrutte o seriamente danneggiate: le acciaierie, i laminatoi, gli aggiustaggi. Ben 244 tra operai e impiegati della Dalmine e 13 di altre aziende morirono nel bombardamento, 21 furono invece le vittime fra gli abitanti.

Nella tragedia collettiva anche un dramma familiare. A Mariano di Dalmine venne completamente distrutta anche una casa privata, quella della famiglia Cividini, dove morirono otto persone: la madre e sette bambini. La chiesa di San Giuseppe fin dal primo pomeriggio aprì le proprie porte per accogliere le salme delle vittime. La sera erano già 160 i corpi allineati in una chiesa senza canti.

Nel corso degli anni il 6 luglio è diventato un momento in cui la città si unisce e ritrova un'identità comune, in ricordo delle proprie vittime ma simbolicamente in ricordo di tutte le vittime della guerra e delle guerre. Un'occasione di riflessione e di impegno per testimoniare la pace in ogni singolo ambito della vita civile.

Dalmine ricorda e commemora i suoi Caduti fin dal primo mattino: mercoledì alle 9,30 nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe la Messa di suffragio con la deposizione di corone d'alloro in ricordo delle vittime.

Poi la sera, in piazza Caduti, alle 21 il «Grande concerto per Dalmine e per l'Unità»: un arrangiamento di musiche di Rossini, Bellini, Verdi e Mascagni diretto dai maestri Toni Scarpanti ed Eugenio Fenili. I brani saranno eseguiti dal corpo musicale di Sforzatica e dalla corale «Santa Cecilia» di Sforzatica Santa Maria.

«Ancora una volta vogliamo ricordare il sacrificio con il grande concerto – ricorda il sindaco –: Dalmine rende così onore a tutte le persone, dalminesi e non, che il 6 luglio del 1944 sono morte sul posto di lavoro e hanno pagato con la vita il tributo per una guerra che ha sconvolto la vita di molti».
Durante il concerto la consegna della medaglia d'onore alla memoria di Giuseppe Graziotti, dalminese deportato in Germania.<+copyright>

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