Madonna dei Campi: 500 ragazzi
a piedi a Stezzano per l'Apparizione

«Alle nostre tavole frettolose non si prega più. Abbiamo sempre tante cose da fare e non c'è tempo per pregare. Invece, le nostre case, le nostre famiglie e la nostra quotidianità devono diventare grembo di preghiera che nutre la fede e la speranza».

«Alle nostre tavole frettolose non si prega più. Abbiamo sempre tante cose da fare e non c'è tempo per pregare. Invece, le nostre case, le nostre famiglie e la nostra quotidianità devono diventare grembo di preghiera che nutre la fede e la speranza, capace di cambiare noi stessi e perciò anche le giornate nostre e quelle della storia».

Con una Messa solenne, celebrata martedì sera all'esterno del santuario della Madonna dei Campi, il vescovo Francesco Beschi ha chiuso le celebrazioni del 425° anniversario dell'Apparizione. Numerosi, intensi e partecipati i diversi momenti della festa dell'Apparizione, evento clou che vede unite la comunità religiosa e civile.

Anche le numerose aziende del territorio chiudono i battenti per un giorno. «Il santuario è un'oasi spirituale - sottolinea il parroco don Mauro Arizzi -. Ogni giorno dell'anno giungono persone a pregare e si accostano al sacramento della Riconciliazione».

La giornata di martedì ha visto migliaia di fedeli, giunti con ogni mezzo. Il santuario è anche un'oasi verde e molti fedeli giungono in bicicletta da numerose località. Come da tradizione, la Messa delle 10,30 ha visto la partecipazione di circa 500 ragazzi del Cre. Bellissimo e commovente il colpo d'occhio del loro arrivo insieme ad animatori, genitori e ai due curati don Angelo Cortinovis e don Manuel Lodetti.

Molto partecipata anche la Messa delle 17.30, ora dell'Apparizione, presieduta dallo stezzanese monsignor Giampietro Masseroli, segretario del vescovo Francesco Beschi, che ha ricordato il 20° di ordinazione. Alla sera la Messa solenne presieduta dal vescovo, con i lumini accesi sotto i porticati e tante persone presenti, fra cui il sindaco Elena Poma. «Maria è immagine della preghiera - ha detto monsignor Beschi -. Diventiamo noi stessi una preghiera vivente. Si dice che preghiamo soprattutto nel bisogno. Cominciamo anche dal bisogno, per avvolgere di preghiera tutta la giornata».

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